Oggi la liturgia ci propone un miracolo….” non venuto bene “, tanto da costringere Gesu’ ad “ imporre di nuovo “ le mani sugli occhi del cieco di Betsaida.
Che vuol dire?
Che Gesu’ sbaglia nei suoi interventi finalizzati alla guarigione delle persone?
Assolutamente no.
La doppia imposizione delle mani sta ad indicare la progressività di un percorso di guarigione.
Esso non è immediato, non richiede un “ intervento magico “ bensi’ passi lenti ma continui e costanti.
Gesu’ non è un “ maghetto “ che, con la bacchetta magica, ti ridona la “ vista “, ti risolve i problemi.
Quest’immagine miracolistica del Salvatore, ancora piuttosto diffusa, va resettata.
Gesu’ guarisce con la sua Parola.
Essa è come una medicina, va presa giorno dopo giorno, pillola dopo pillola.
I miglioramenti saranno “ lievi ma costanti “ in quanto la Parola ha bisogno di essere interiorizzata.
La costanza, la fedeltà nell’ascolto, porta, a poco a poco, prima ad “ intravedere qualcosa “( i cd. “ alberi che camminano “ ) per poi giungere alla “ guarigione del cuore e dello sguardo “, che consente di “ vedere distintamente ogni cosa “ cioè di saper guardare “ con gli occhi di Dio “ tutti gli eventi della propria vita e di leggerli in un’ottica di fede e di Salvezza.
Non stanchiamoci mai in questo percorso: la costanza ed il desiderio consentono di raggiungere cio’ che, a prima vista, sembra impossibile.
Buona giornata e buona riflessione a tutti.
A cura di Fabrizio Morello
Foto: mia.