Cosa abita il nostro cuore?
Con parole accese oggi Gesรน ci mette in guardia, ricordandoci che la relazione con il Signore non รจ questione di prestazioni offerte, ma di โcuoreโ, cioรจ di ciรฒ che lasciamo prenda dimora nel nostro profondo, e dal quale scaturiscono poi azioni e parole. In questโottica tutto il testo puรฒ essere letto come un accorato appello del Signore a vagliare cosa abita il nostro cuore, perchรฉ solo operando questo discernimento รจ possibile imboccare la via che conduce alla vita. Certo non รจ semplice, tanto che Gesรน stesso arriverร a parlare di porta stretta (cf. Lc 13,24), e tuttavia รจ essenziale.
Marco nel testo di oggi ci riporta la crisi suscitata da un incontro. Alcuni farisei e scribi, giunti da Gerusalemme, dal cuore osservante della legge di Dio, sorpresi per il comportamento dei discepoli, chiedono a Gesรน: โPerchรฉ i tuoi discepoli non si comportano secondo la tradizione degli antichi?โ. La domanda sembra legittima: la tradizione nasceva da un tentativo di tradurre in concretezza di vita i comandamenti di Dio, voleva essere un aiuto nello sforzo di conformazione alla volontร di Dio. Perchรฉ non osservarla, allora?
Gesรน nel rispondere (e lo fa con toni decisamente accesi) svela lโerrore di fondo di un tale ragionamento: lโosservanza anche scrupolosa di una pratica religiosa non รจ garanzia di relazione con il Signore. Credervi รจ unโillusione, getta nellโipocrisia, nella doppiezza di una vita scollata dalla sua sorgente. Questa relazione si gioca su un altro piano, ben piรน profondo, come il profeta Isaia che qui Gesรน cita ben aveva compreso: โQuesto popolo mi onora con le labbra, ma il suo cuore รจ lontano da meโ (v. 6)
A leggere bene il testo impressiona il fatto che la parola โtradizioneโ compaia bene sei volte in pochi versetti, mentre le parole โcomandamento/Parola di Dioโ compaiono solo tre volte. Inoltre, a โtradizioneโ รจ sempre associato il verbo โosservareโ, a โcomandamento/Parolaโ sono invece associati i verbi โtrascurareโ, โrifiutareโ, โannullareโ. Non dovrebbe forse essere il contrario? Non dovrebbe avere piรน spazio ciรฒ che รจ piรน essenziale per una vita nel Signore? E se qualcosa puรฒ essere trascurato questo qualcosa certo non puรฒ essere ciรฒ che รจ fonte di vita! Gesรน stesso lo dirร in modo esplicito: โse vuoi entrare nella vita, osserva i comandamentiโ (Mt 19,17). In gioco cโรจ la vita, il suo senso profondo.
Perchรฉ, allora, noi ci ostiniamo a trascurare la Parola di Dio in nome di precetti umani? Perchรฉ conformarci ad una Parola altra da noi ci costa di piรน che conformarci ad una parola (la nostra) che tocca solo la nostra esterioritร : la Parola di Dio ha un prezzo. Che cosa รจ piรน facile infatti: pulire lโesterno di un bicchiere o lavare e purificare (cf. Is 1,16) il nostro cuore? Offrire come dono spirituale i nostri beni (in questo potremmo attualizzare la pratica del korban) o prenderci cura, con quel che siamo e con quel che abbiamo, di chi ci รจ vicino ed รจ nel bisogno?
Il Signore non ci chiede atti di culto, come tutta la tradizione antica giร attestava (basti leggere il salmo 50); ci chiede invece giustizia, misericordia, fedeltร (cf. Mt 23,23). La relazione con lui passa sempre attraverso la relazione con i fratelli e le sorelle.
sorella Annachiara
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