«Quanti lo toccavano venivano salvati».
A leggere bene il Vangelo di oggi, Gesù resta passivo. Guarisce senza dire una parola, senza fare alcun gesto. Non fa altro che lasciarsi toccare, lasciarsi raggiungere. Sono gli altri a darsi da fare per toccargli «almeno il lembo del mantello». Questo mantello è il “tallit” che si indossava per la preghiera.
Gesù è un uomo in preghiera, un uomo “fatto preghiera”, ed è questo suo corpo in preghiera che risana e guarisce. La preghiera, fatta con fede, ci dona la possibilità di toccare Dio e di lasciarci guarire il cuore. Non venga mai meno la nostra preghiera personale e, allo stesso tempo, preghiamo per chi ha bisogno di essere toccato dalla grazia e dalla misericordia del Signore.
Facciamo seguire alla preghiera, poi, gesti concreti capaci di toccare e guarire le ferite degli altri. Pregare per l’altro non è un semplice atto di cortesia ma può davvero salvare una vita.
Buon cammino, insieme.
Fonte: il sito di don Ivan Licinio oppure la sua pagina Facebook oppure il canale Telegram