E’ bello in questo Vangelo leggere dell’entusiasmo degli apostoli che, tutti contenti, vanno da Gesu’ a riferirgli quello che “ avevano fatto “ e quello che “ avevano insegnato “.
Avevano addosso il “ sacro fuoco “ che prende quando si adempie, con gioia, ad una missione.
Forse, in cuor loro, volevano sentirsi dire dal Maestro: bravi.
Gesu’, però, come sempre, stravolge le logiche umane e dice loro: “ Venite in disparte, voi soli, in un luogo deserto, e riposatevi un po’ “.
Attenzione.
Cristo è contento della passione che gli apostoli stanno mettendo nella loro missione ma…li invita a non strafare, a non “ sbilanciarsi verso il fare “.
E’ un messaggio che Gesu’ manda a tutti noi.
Ci dice: cari figli, annunciate certamente con gioia il Vangelo, è la vostra missione, ma state attenti, ogni tanto è indispensabile “ fermarsi e riposare “ .
Fermarsi e riposare.
Sembrano verbi un po’ desueti.
“ Chi si ferma è perduto “ è una delle frasi piu’ in voga.
Chi “ non si ferma mai è perduto “, direi piuttosto io.
Il “ fermarsi “, il “ riposare “, cioè il “ sostare “, con calma, a tu per tu con Lui, è fondamentale per svolgere la nostra missione di cristiani.
L’abuso del “ fare “ porta a non pregare, a non mettersi nelle mani di Cristo e, a mano a mano, porta alla presunzione di “ credere di poter fare a meno di Lui “.
Traiamo quindi insegnamento da questa pagina e impariamo ad alternare “ riposo “ ed azione “.
Da un “ riposo fecondo “, abitato dal dialogo con Cristo, nasce un annuncio autentico, un annuncio autorevole.
Buona giornata e buona riflessione a tutti.
A cura di Fabrizio Morello
Foto: mia.