Anche oggi, cosi’ come era accaduto ieri, il testo evangelico propone un episodio di “ guarigione “.
Ieri Gesu’ aveva guarito la suocera di Pietro dalla febbre che la teneva a letto, oggi fa altrettanto con un lebbroso.
I gesti sono similari.
Ieri si era “ avvicinato “ alla suocera di Pietro e la aveva fatta “ alzare prendendola per mano “, oggi “ tende la mano e tocca il lebbroso “.
Sintetizzando possiamo dire che Gesu’ ti guarisce “ tendendoti la mano “.
Questo gesto è sintomatico di chi presta aiuto; nota è l’espressione “ dammi una mano “.
Dinanzi ad una mano tesa puoi fare due cose: restare fermo e rifiutare, orgogliosamente e presuntuosamente, quell’aiuto, o afferrarla, farti toccare, farti sorreggere.
E’ un gesto di libertà.
Cristo non ti obbliga ad “ afferrare la sua mano “ ma te la propone, te la tende, ti dice: “ SE VUOI, io ci sono “.
Ora sta a me, sta a te scegliere se farsi toccare o meno da Dio.
Il brano ci dice quali sono le conseguenze che derivano dal “ farsi toccare “ da Cristo: si è purificati e la lebbra scompare.
Si ritorna puri, candidi, cosi’ come avvenuto nel giorno del nostro Battesimo.
E allora, fratello, sorella, non importa quanto sia grande il tuo peccato, quanto sia estesa la tua “ lebbra “ perché, “ SE VUOI “, esiste chi puo’ guarirti: Cristo.
Lui lo vuole, non aspetta altro, ma….devi decidere tu: VUOI GUARIRE?
A ciascuno la sua risposta.
Buona giornate e buona riflessione a tutti.
A cura di Fabrizio Morello
Foto: mia.