Che vuoi da noi, Nazareno? Non ti basta la nostra fede, la nostra devozione? Non ti basta che andiamo in chiesa, in sinagoga, che facciamo i bravi ragazzi, le belle mascherine, che ci comportiamo come ci viene chiesto?
No, certo, non gli basta. Perché il Maestro sa che dietro l’apparenza ci può essere un abisso, un vuoto infinito. Sa che, come l’indemoniato del primo miracolo compiuto nel vangelo di Marco, la nostra fede è demoniaca quando vede in Dio un concorrente o un avversario, uno che ci vuole rovinare, quando si riduce a cose da sapere e non da vivere.
E ci libera, da una fede esteriore, inutile, di facciata, di maniera. E sa che le nostre assemblee sono piene di persone che, nel loro cuore, hanno di Dio un’idea piccina. E l’evangelista Marco, e dietro di lui Pietro, ci ammonisce: il primo miracolo da compiere, la prima guarigione da operare, è all’interno della nostra comunità, non fuori.
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