Mons. Costantino Di Bruno – Commento al Vangelo del 11 Gennaio 2022

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MARTEDÌ 11 GENNAIO – PRIMA SETTIMANA DEL T.O. [C]

Tutti furono presi da timore, tanto che si chiedevano a vicenda: «Che è mai questo? Un insegnamento nuovo, dato con autorità. Comanda persino agli spiriti impuri e gli obbediscono!».

Gesù si presenta nella storia degli uomini potente in parole ed opere. Ecco come l’Apostolo Pietro parla di Gesù a Cornelio: “Voi sapete ciò che è accaduto in tutta la Giudea, cominciando dalla Galilea, dopo il battesimo predicato da Giovanni; cioè come Dio consacrò in Spirito Santo e potenza Gesù di Nàzaret, il quale passò beneficando e risanando tutti coloro che stavano sotto il potere del diavolo, perché Dio era con lui. E noi siamo testimoni di tutte le cose da lui compiute nella regione dei Giudei e in Gerusalemme. Essi lo uccisero appendendolo a una croce, ma Dio lo ha risuscitato al terzo giorno e volle che si manifestasse, non a tutto il popolo, ma a testimoni prescelti da Dio, a noi che abbiamo mangiato e bevuto con lui dopo la sua risurrezione dai morti. E ci ha ordinato di annunciare al popolo e di testimoniare che egli è il giudice dei vivi e dei morti, costituito da Dio. A lui tutti i profeti danno questa testimonianza: chiunque crede in lui riceve il perdono dei peccati per mezzo del suo nome” (At 10,37-43). La potenza di Gesù è vera potenza del Padre e dello Spirito Santo. Lui sempre opera nel nome del Padre e dello Spirito Santo.

A Pietro è stato sufficiente invocare il nome Gesù, è la divina potenza che è nel suo nome ha dato vita ad un uomo storpio fin dalla nascita: “Uomini d’Israele, perché vi meravigliate di questo e perché continuate a fissarci come se per nostro potere o per la nostra religiosità avessimo fatto camminare quest’uomo? Il Dio di Abramo, il Dio di Isacco, il Dio di Giacobbe, il Dio dei nostri padri ha glorificato il suo servo Gesù, che voi avete consegnato e rinnegato di fronte a Pilato, mentre egli aveva deciso di liberarlo; voi invece avete rinnegato il Santo e il Giusto, e avete chiesto che vi fosse graziato un assassino. Avete ucciso l’autore della vita, ma Dio l’ha risuscitato dai morti: noi ne siamo testimoni. E per la fede riposta in lui, il nome di Gesù ha dato vigore a quest’uomo che voi vedete e conoscete; la fede che viene da lui ha dato a quest’uomo la perfetta guarigione alla presenza di tutti voi!” (At 3,12-16). L’Apostolo Pietro opera nel nome di Cristo Signore. Cristo Signore opera nel nome del Padre suo, sempre confortato, illuminato, consigliato, fortificato dallo Spirito Santo che in Lui agisce con ogni sapienza e intelligenza. Inoltre in quanto vero Dio, a Lui anche gli angeli delle tenebre devono ogni obbedienza. Lui è il loro Signore e Creatore, il loro Dio. Essi per Lui sono stati creati. Basta che Lui dica una sola Parola e l’obbedienza dovrà essere immediata. Se Gesù dice loro di tacere, essi devono rimanere muti. Se comanda loro di uscire da un uomo, essi devono uscire. Non domani, ma subito. Allo stesso istante in cui ricevono l’ordine di lasciare la loro preda. E infatti cosi avviene. Gesù si rivela così l’uomo forte, l’uomo più forte di ogni potenza delle tenebre. Anche gli spiriti immondi gli devono obbedienza.

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LEGGIAMO IL TESTO DI Mc 1,21b-28

Gli spiriti impuri conoscono chi è Gesù: Lui è il Santo di Dio, il suo Messia, il suo Cristo.  Essi però sanno anche cosa pensano gli uomini sul Cristo di Dio, sul suo Messia. Essi non hanno su di Lui i pensieri di Dio. Hanno invece i loro propri pensieri, pensieri che sono di terra per le cose della terra. Non sono pensieri di cielo per le cose del cielo. Gli spiriti impuri rivelano chi è Gesù per procurargli un grande male. Ecco perché Gesù impone loro il più grande silenzio. Comanda loro di tacere.

Questo comando di Gesù deve insegnare a noi moltissime cose: quando la verità non è detta per la salvezza di un uomo e soprattutto non è detta nel rispetto della purissima Legge della carità, essa va taciuta. Ma tutto nella nostra santissima fede va vissuto dalla perfetta carità: ogni ministero, carisma, missione. Ecco come l’Apostolo Paolo annuncia questo principio di vera salvezza ai Corinzi nella sua Prima Lettera: “Se parlassi le lingue degli uomini e degli angeli, ma non avessi la carità, sarei come bronzo che rimbomba o come cimbalo che strepita. E se avessi il dono della profezia, se conoscessi tutti i misteri e avessi tutta la conoscenza, se possedessi tanta fede da trasportare le montagne, ma non avessi la carità, non sarei nulla.

E se anche dessi in cibo tutti i miei beni e consegnassi il mio corpo per averne vanto, ma non avessi la carità, a nulla mi servirebbe. La carità è magnanima, benevola è la carità; non è invidiosa, non si vanta, non si gonfia d’orgoglio, non manca di rispetto, non cerca il proprio interesse, non si adira, non tiene conto del male ricevuto, non gode dell’ingiustizia ma si rallegra della verità. Tutto scusa, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta” (1Cor 13,1-7).  Sempre l’esercizio dell’onnipotenza di Cristo Gesù è governata dalla verità, dalla carità, dalla misericordia, dalla giustizia, dalla luce più santa nella sapienza dello Spirito Santo. La Madre di Dio ci aiuti. Vogliamo essere testimoni della sua verità nella carità.