don Gabriele Nanni – Commento al Vangelo del 4 Gennaio 2022

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Il fondamento profondo

Il tramite soprannaturale per la conoscenza del Messia, per l’incontro con lui fu Giovanni Battista. Attraverso un uomo viene indicato il Figlio di Dio il Messia, quale Agnello di Dio. Il centro della sua missione fu identificato con tale appellativo: l’agnello sacrificale che con i proprio sangue aveva risparmiato dallo sterminio una porzione di uomini per iniziare un popolo nuovo, una famiglia nuova.

Giovanni e Andrea colsero immediatamente l’indicazione del Battista e seguirono Gesù, la loro sensibilità ed acutezza spirituale li distinguevano da ogni altro discepolo di Giovanni, solo i due compresero la portata dell’indicazione del Battista.
Lo stato di veglia dei cuori di Giovanni e Andrea, fece loro scoprire Gesù che li accolse e li fece primi discepoli. Giovanni però subito associa la loro elezione a discepoli di Gesù con quella di Simone, introdotto da Andrea.

Anche Simone attendeva il Messia: il racconto della sua chiamata e della sua elezione a fondamento degli Apostoli e della futura Chiesa è un tutt’uno con la vocazione di Giovanni e Andrea, per sottolineare l’importanza di Pietro sempre ed ovunque.
Questo rispetto dimostra la fede di Giovanni e degli altri Apostoli nella decisione di Gesù di dare a Pietro un ruolo particolare tra i Dodici: quello di Pietra e fondamento della Chiesa, di riferimento visibile per gli altri, di legame particolare con Gesù, di autorità consegnata di Roccia che sta, cioè la base che sostiene tutto l’edificio, perché non sia portata via dalle tempeste e dal vento, sempre sono presenti a contrastare l’opera del Messia, e di Dio Padre attraverso di lui.

Avviene dunque che Simone, fratello di Andrea riceve un nome, e con questo una missione.
Il suo nome costituisce anche il suo nuovo essere, trasformato trasumanato, Pietro Kefas è la Roccia che prolunga in se stesso la Roccia fondamento umano e divino della Chiesa sulla terra instabile perché in balia del peccato e del demonio.
Gesù è il fondamento come Uomo Dio, che diventa inizio, sostegno, e regola della Chiesa, ovvero dell’umanità nuova, che vive per la vita del fondamento.

Pietro è chiamato ad essere come corpo di lui, parte prolungata del suo essere, costituito come roccia che è parte della roccia che è Cristo, fondamento visibile, primo erede umano della nuova umanità che segue Cristo.
La Chiesa ha come fondamento Cristo, il quale sempre sta, ed impedisce il crollo, impedisce che le porte degli inferi travolgano l’opera che è umana, ma di volontà divina, affidata agli uomini, ma con la potenza del Cristo. Il visibile fondamento è Pietro e del suo successore nel tempo.

Ogni successore di Pietro non è successore degli apostoli, ma direttamente di Pietro, ne eredita la funzione ed il particolare compito di sostegno umano eppure anche divino della Chiesa visibile, quella che sta nel tempo.
Il Pontefice è questa necessaria pietra che sostiene la Chiesa, ne è riferimento e riceve da Pietro tutta l’assistenza. Pietro è vivo e coopera con il suo successore.

L’essere fondamento indica poi un’opera che è visibile, ma in buona parte anche invisibile: quello che il fedeli e il mondo intero percepiscono è solo la sua funzione di riferimento della fede, ma non è percepito il sostegno profondo che è dato per la Chiesa, se non ci fosse Cristo, la Roccia, e Pietro fondato su di lui ed il suo successore, unito a Pietro ora, la Chiesa non starebbe in piedi, ma sarebbe già caduta.
Attraverso l’opera umana, sussiste il fondamento spirituale, che fa essere; nel nascondimento si combatte la profonda lotta spirituale contro le forze nemiche, che minano continuamente la base della nuova umanità, la Chiesa. Tale lotta, invisibile ai più, è resistenza solida che impedisce che l’inferno si rovesci sulla terra e la devasti.

La nostra fede dunque è profonda, l’opera spirituale stessa è invisibile, perché nella profondità delle fondamenta, dalle quali si sviluppa la costruzione con le pietre vive che siamo noi, ognuna riceve il fondamento e la vita da quella Roccia che non vediamo.

Dio vi benedica!
Gabriele Nanni

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