Stupore di fronte al Mistero
Il Natale è un grande mistero. Questa espressione non è da intendersi nel senso del linguaggio comune come qualcosa di incomprensibile, di oscuro e riservato a pochi, ma nel senso di un’abbondanza di luce, di splendore, di stupore: un evento di fronte al quale, secondo l’etimologia più accettata della parola “mistero” (dal verbo greco myo, chiudere la bocca), si deve solo tacere e adorare con meraviglia e stupore.
Ed è proprio questo il senso della celebrazione di questa seconda domenica di Natale: lasciare spazio allo stupore e alla contemplazione di una Luce, che ci supera infinitamente, ma nello stesso tempo ci illumina e ci scalda, senza esaurirsi mai. In Gesù Cristo, il Verbo fatto carne, ossia il Logos, la Ragione di tutte le cose, noi contempliamo l’Inizio e il Fine di tutto, l’alfa e l’omega, il perché della nostra esistenza, della vita e della luce. Oggi dovremmo chiederci: cosa cerco veramente nella mia vita? Su cosa scommetto? Infinite cose possono riempire la nostra vita: la ricerca sfrenata di possedere beni di questo mondo, il successo, il divertimento, il potere, la gloria, ma solo Cristo può realizzare pienamente l’anelito di verità, di pace e di felicità che c’è in noi.
Egli “è” da sempre e sarà per sempre. Tutto il resto passa velocemente, seminando soltanto aridità, disordine e delusione. Se la nostra vita si radica e si fonda su di Lui, il nostro disordine si trasforma in ordine, il nostro kaos si fa logos, i nostri coni d’ombra vengono illuminati e la nostra freddezza riceve calore.Riconoscere la verità di Cristo ed entrare in un’amicizia con Lui è dono del Padre, non dipende da legami umani, di appartenenza di sangue, di razza, di tempo o di spazio, non dipende dalla volontà di altri uomini, ma è solo dono di grazia.
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Di fronte a tale offertalibera e gratuita, ciascuno di noi deve prendere posizione: accoglierlo, lasciandosi illuminare e trasformare, oppure rifiutarlo, scegliendo di vivere senza di Lui. Egli nel suo piano misterioso e misericordioso ha scelto l’umanità come luogo della sua piena rivelazione, venendo a porre la sua dimora in mezzo a noi, nel grembo di Maria. Siccome Dio ha scelto di rivelarsi e donarsi a noi senza riserve, è attraverso l’umanità di Cristo che possiamo incontrarlo sempre di nuovo.
Gesù è venuto a rivelarci pienamente il volto del Padre. Dio si può incontrare in Lui, nel quale vediamo il Padre e diventiamo parte di un’amicizia nuova, che non rimane astratta e disincarnata, ma si immerge nelle strade intrigate e complesse delle vite di tanti uomini. Nel mistero della sua Incarnazione, l’uomo riceve luce nuova sul suo stesso mistero. Come ci ricorda il Concilio Vaticano II: “Tale e così grande è il mistero dell’uomo, questo mistero che la Rivelazione cristiana fa brillare agli occhi dei credenti.
Per Cristo e in Cristo riceve luce quell’enigma del dolore e della morte, che al di fuori del suo Vangelo ci opprime. Con la sua morte egli ha distrutto la morte, con la sua risurrezione ci ha fatto dono della vita (41), perché anche noi, diventando figli col Figlio, possiamo pregare esclamando nello Spirito: Abba, Padre!” (Gaudium et Spes, 22).