mons. Giuseppe Mani – Commento al Vangelo di domenica 2 Gennaio 2022

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Tutto per mezzo di Lui

Dopo aver contemplato il Natale del Signore, la bellezza della Sua Famiglia umana, la gioia della Maternità divina di Maria, la Chiesa ci propone di entrare nel mistero del Verbo, nato tra noi, proponendoci l’ascolto del Prologo del Vangelo di Giovanni. L’evangelista contemplativo ci introduce nella Famiglia di Dio, dicendoci del Verbo: “Egli era in principio presso Dio”, indipendentemente dal suo rapporto con le cose e con gli esseri. Cosa c’era in Dio da sempre? Il Verbo, che era Dio. Sarebbe bello contemplare l’eterna solitudine del Padre col Figlio che un giorno sarà la nostra dimora!

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Ma della creazione cosa dice?

“Per mezzo di Lui tutte le cose sono state fatte” e insiste: “…e senza di Lui neppure una delle cose è stata fatta”.

Al di fuori di Cristo le cose non esistono, sono pura apparenza, un’apparenza a cui noi diamo una grandissima importanza, prima di tutto l’importanza che attribuiamo a noi stessi, ma in realtà le cose non esistono e noi non esistiamo. Appena pensiamo o cerchiamo le cose al di fuori di Cristo, queste precipitano nel nulla, diventano vuote, caos, il vuoto, il nulla originario.

Se le cose sono fatte per Cristo, per mezzo di Cristo, in Cristo, avendo come fine Cristo, allora le cose non esistono altro che in Lui. Le cose sono reali in Cristo, fuori di Lui sono apparenti. Senza di Lui siamo delle apparenze, delle illusioni.

Iddio è. E, al di fuori di sé, Egli ha pensato, voluto e dato consistenza a una cosa sola: al Cristo. Al Verbo fatto carne. Tutte le altre cose sono in dipendenza da Lui, ma non soltanto in dipendenza di valore, di fine, di rapporto morale. Sono in una dipendenza di realtà, di essere. Al di fuori di Lui non hanno consistenza.

Non dobbiamo pensare che prima esista l’umanità e poi esista Cristo, che viene da questa umanità a prendere carne e sangue. Noi sappiamo benissimo – e la Scrittura ce lo ricorda continuamente- che è il contrario. Esiste una cosa pensata e voluta e realizzata da Dio, dall’eternità, e cioè Cristo preesistente, la sua umanità decretata e realizzata dalla potenza del Padre e dall’obbedienza del Figlio. Tutte le cose sono un derivato di questo, sono in dipendenza di questo.

Quando le cose e gli esseri non sono in dipendenza di Cristo, non perdono finalità solo moralmente, non c’è solo peccato, c’è un ritorno nel nulla. Non solo cessazione di essere nell’ordine della grazia, ma di essere in assoluto.

Questo però non è possibile, perché tutte le cose sono in dipendenza di Cristo e Dio le mantiene in essere resistendo alla nostra violenza, perché la nostra violenza le farebbe precipitare nell’illusione. Quanto al nostro modo di pensarle e quanto al nostro modo di realizzare le cose che dipendono da noi, noi le svuoteremmo di contenuto, le ridurremmo ad illusione, se Dio non le conservasse, perché sono piegate a dover esistere per Cristo. La violenza non può distruggere la volontà di Dio che conserva le cose nell’esistenza.

Il Prologo ci porta a queste conseguenze, a rivedere tutto il modo di considerare la nostra esistenza, il rapporto con le cose, che non dobbiamo rispettare soltanto per un precetto morale, ma perché le cose son fatte di questa stoffa, che è la volontà di Dio di volerle in Cristo. Appena questa volontà divina non è più pensata e realizzata, la stoffa diventa una tela di ragno, la stoffa del reale si annulla, diventa pura illusione.

Cristo, non solo dà consistenza al creato, ma si rivela, si manifesta in particolare alle anime degli uomini, spiriti intelligenti che dipendono tutti da questa comunicazione divina.

Quando Cristo nasce ovviamente è già nel mondo, perché il mondo è in Lui. Il mondo non sa di avere dentro di sé questo principio dell’essere che è Cristo. La sua nascita temporale non fa altro che manifestare la grazia e il piano di Dio esistente fin dal principio.

Il Verbo veramente abita in noi, abita gli universi, abita le ere, abita gli spazi e i tempi come Dio li vede. E’ per questo che più avanti Giovanni scrive: “E dalla pienezza di Lui noi tutti abbiamo ricevuto grazia su grazia”.

Se diciamo di Sì a questo natale del Verbo di Dio nella Carne, allora dalla sua pienezza noi riceviamo grazia su grazia. Ma bisogna dire di sì come Maria per comprendere il Vangelo che è “lo splendore della gloria di Cristo che è immagine di Dio”.

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