In questi giorni di fine anno, nella liturgia siamo avvolti dalla luce del Natale.
Con la luce si distinguono le cose e si capisce dove si sta andando, si trova il senso.
Ecco il senso del testo di questo ultimo giorno dell’anno: la luce è una parola fatta carne (realtà tangibile). La luce è il senso che ci viene incontro dalla realtà e ci permette di stare dentro la realtà!
Che cosa vedi quando guardi la realtà? Vedi il senso, la parola che dà senso? Collabori anche tu a diffondere questa luce?
A volte non ci riesco, spesso non trovo il senso, la parola per spiegare o comprendere, e allora sono come avvolto dalle tenebre che mi impediscono di vedere. Spesso gli esseri umani preferiscono le tenebre alla luce perché la loro vita non è come la vorrebbero – e allora meglio tenerla nascosta, anche a se stessi: si vorrebbe essere più buoni e non ci si riesce, più aperti verso che è nel bisogno (e quanti sono!) e ci si scopre diffidenti, si vorrebbe․․․ e non ci si riesce.
Facendo l’inevitabile bilancio di un altro anno difficile (e quale anno è mai facile?!) non perdere l’orizzonte luminoso della Parola, non permettere alle tenebre del non senso di avere la meglio! Collabora anche tu con ciò che è annunciato nella liturgia! Infatti la Parola, il senso si fa strada in questa nostra storia violenta e un po’ cialtrona, dove troppo spesso sembra che sia tutto senza senso!
La luce illumina come una carezza benevola anche le piaghe più brutte della storia e ci offre l’occasione di vedere e per grazia, e solo per grazia, in qualche modo, prendercene cura!
Guarda bene, guarda meglio nella carne e vedrai che la luce si sta facendo strada, che il Signore sta venendo anche oggi nella carne, nella tua vita per accendere la luce dove sembra ci sia solo tenebra.
Alza gli occhi e guarda, alla sua luce vedrai la luce, potrai rinnovare la speranza perché lui è il senso che ti viene incontro nella realtà.
Buon anno nella sua luce!
Stefano Titta SJ
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Fonte: Get up and Walk – il vangelo quotidiano commentato