Benedetto XVI – Commento al Vangelo del 31 Dicembre 2021

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Il “bue e l’asinello”

Oggi, d’innanzi alla esiguità di Gesù-Dio, il Vangelo proclama solennemente la sua divinità: la sua più alta dignità si basa in riferimento a Dio, al Padre. Ma chi può riconoscerlo come Dio? Secondo Isaia (1,3),”il bue e l’asinello”, cioè, esseri con il cuore così semplice come per “conoscere” il proprio signore e ricordare la mangiatoia del loro padrone.

Nel Natale il “bue e l’asino” (i cuori semplici) sono i pastori, i Magi, Maria e Giuseppe. Potrebbe forse essere stato in un altro modo? Nella stalla dove c’è il Bambino Gesù non vivono persone agiate: lì vivono proprio il bue e l’asino. Ma noi ci troviamo così lontani dalla stalla, perché siamo troppo “agiati”? Non viviamo troppo in “Gerusalemme”, nel “palazzo”, per ascoltare la voce degli angeli e accorrere alla mangiatoia e adorarlo?

-Nella Notte Santa il bue e l’asinello ci guardano con occhi inquisitori: il Mio popolo non mi capisce; tu capisci la voce del Signore?


Il commento è tratto dai testi di Benedetto XVI. A cura di evangeli.net