Fraternità Gesù Risorto – Commento al Vangelo di domenica 2 Gennaio 2022

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1ª lettura Sir 24,1-4.8-12
dal Salmo 147
2ª lettura Ef 1,3-6.15-18
Vangelo Gv 1,1-18

Abbiamo celebrato la venuta del Signore e Salvatore “per noi, uomini, e per la nostra salvezza”, come affermiamo nel Credo. Che significato ha e come continua la sua presenza in mezzo a noi? Non finiremmo mai di rispondere a questa domanda. Già il libro del Siracide, con linguaggio poetico, ci racconta la venuta della Sapienza tra gli uomini, manifestatasi proprio a Gerusalemme, nel popolo d’Israele. Questa presenza dà luce e gloria a tutto quel popolo, perché diventi benedizione per i popoli di tutta la terra, secondo la promessa fatta ad Abramo. La stessa sapienza, continua San Paolo, è donata a coloro che credono in Cristo Gesù.

Essi sono stati benedetti da Dio proprio con la venuta del Signore, cui hanno donato la vita. In tal modo essi possono godere gli uni degli altri, essere consolazione gli uni per gli altri, vivere finalmente nella pace, nonostante le continue sofferenze che provengono dalle tentazioni e dalla persecuzione sempre possibile.

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La stessa immagine della sapienza è presente nel linguaggio usato da Giovanni all’inizio del suo vangelo. Egli la chiama “Verbo”, un termine mutuato dal latino, che si traduce con “Parola”: non parola come insieme di sillabe, bensì “Parola” come segreto del cuore di Dio che viene rivelato a chi entra in comunione con lui. Quando Dio parla trasmette tutta la sua sapienza, tutto il suo amore a chi ascolta, gli dona la sua vita, lo fa vivere in modo vero, nuovo, eterno, secondo le caratteristiche della vita di Dio. Ecco, questo è colui che abbiamo accolto come Bambino nato a Betlemme al tempo dell’imperatore Augusto e del re Erode detto il Grande. Egli è “il Verbo”, che è “in principio”, ed è tutto orientato e proteso verso Dio Padre.

In principio” significa che sta alla base, che fa da fondamento, che è l’ispiratore di ogni atto dell’amore creatore di Dio. Dio si è mosso sempre in base al suo amore, amore che ha comunicato, che è divenuto la sua Parola. L’amore donato da Dio è stato l’ispiratore della creazione dell’uomo: ora quell’amore ha preso dimora nella persona concreta di Gesù. Noi siamo stati tutti pensati da Dio perché siamo come è stato Gesù: il peccato però ci ha rovinati, e per questo facciamo fatica a ricuperare la nostra vera identità. Gesù è qui ancora e sempre con noi per mostrarci il cammino e il traguardo. La luce del suo volto deve riflettersi sul nostro volto, altrimenti la nostra umanità non sarà completa e non potrà sentirsi soddisfatta.

Di lui Giovanni ci dice che è la vita ed è la luce. Vita e luce esprimono il concentrato di tutti i nostri desideri. È difficile spiegare i due termini, ma nemmeno è necessario farlo: sono talmente ricchi che parlano da sè. Il Verbo di Dio è vita ed è luce: Gesù è vita per noi ed è luce per i nostri passi. Con lui siamo ricchi di ogni bene, con lui vediamo tutto e tutti in modo bello, pieno e nuovo, vediamo tutto come dono dell’amore del Padre e tutti come persone su cui riversare l’amore. Eppure, nonostante questo, Gesù è avversato. C’è chi vorrebbe soffocare la luce, vincerla, spegnerla. Per questo i credenti in Gesù sono combattuti, perché lui non è stato riconosciuto.

Giovanni il Battista lo ha riconosciuto e lo ha indicato, e poi sono riusciti a riconoscerlo coloro che, ascoltando Giovanni, si sono umiliati e riconosciuti bisognosi di perdono. Chi lo riconosce fa un grande salto di qualità: prima di lui la Legge di Mosè dava sapienza all’uomo, ma la Legge era pesante: vivere secondo la legge ci costringe a vedere obblighi e doveri ovunque e sempre. Con lui invece veniamo orientati dall’amore, e l’amore apre mente e cuore alla verità di Dio e a godere e donare la sua grazia. È tutt’altra cosa vivere pungolati dalla legge o vivere spinti e attirati dall’amore. Egli ci fa incontrare Dio, non come un estraneo, ma come il Padre della nostra vita.

Dopo aver dato il benvenuto a Gesù in questo mondo, dove vivrà con noi peccatori, inizieremo, come fosse la prima volta, a conoscerlo, incontrarlo, lasciarci cambiare dalla luce che sprigiona dai suoi gesti e dalla voce con cui riempie le strade e le case. Ogni incontro con lui e ogni sua parola sarà ancora un dono della misericordia del Padre, quella misericordia che ci avvolge come un mantello per riscaldarci e proteggerci.


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