Arcidiocesi di Pisa – Commento al Vangelo del 27 Dicembre 2021

586

In questa giornata dedicata all’apostolo ed evangelista Giovanni, ricordiamo, proprio attraverso le sue parole, il momento culminante della sua esperienza umana e di discepolo, quando vide, e credette. Per un particolare pudore, Giovanni nel suo vangelo non ama apparire in prima persona, non si identifica con il proprio nome: è il discepolo che Gesù amava, è quello che, secondo la tradizione, è tra i primi che Gesù chiama, insieme ad Andrea, e che resta in quel ricordo senza nome.

Tra i racconti straordinari della resurrezione, testimoniati nelle diverse comunità, pieni di stupore, confusione, incredulità e profondità indicibili di intuizione e fede, il giovane Giovanni appare soltanto nel suo libro. La sua presenza non ha il valore dirompente di quella delle donne del gruppo, sorprendentemente scelte come prime testimoni della nuova vita uscita dal sepolcro, non ha l’autorevolezza di quella di Pietro, scelto da Gesù per confermare i fratelli nel cammino: per questo forse non appare esplicitamente nei diversi altri racconti. Ma Giovanni rivendica la sua esperienza, la arricchisce di particolari, come la corsa con Pietro, che ce la rendono vera e profonda.

Giovanni vede i teli e si ferma. Giovanni segue Pietro ed entra nel sepolcro vuoto. Giovanni vede. Cosa ha visto Giovanni? Anche altri hanno visto, ma cercano chi ha trafugato un cadavere. Giovanni invece “crede”. In un momento, con occhi diversi, si fonde l’immagine del maestro che gli aveva donato la propria confidenza con quella della presenza trascendente del Verbo presente da prima del tempo, da cui scaturisce la vita. Ciascuno di noi, che abbiamo ricevuto il dono di dirci cristiani, si ritrova commosso in questa esperienza.

Per riflettere

La presenza di Giovanni al presepio del Signore ci dice: vedete ciò che è stato preparato per coloro che si offrono a Dio con un cuore puro. Tutta la pienezza inesauribile della vita sia umana che divina di Gesù è magnificamente concessa loro in cambio. (Santa Teresa Benedetta della Croce—Edith Stein)

Preghiera finale

Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivo.
Tu sei il rivelatore del Dio invisibile,
il fondamento di ogni cosa.
Tu sei il maestro dell’umanità, tu sei il redentore.
Tu sei nato, sei morto, sei risorto per noi,
tu sei il centro della storia e del mondo.
Tu sei colui che ci conosce e ci ama,
tu sei l’amico della nostra vita.
Tu sei il principio e la fine, l’alfa e l’omega,
tu sei il segreto della storia,
la chiave dei nostri destini.
Tu sei il ponte fra la terra e il cielo.
Tu sei il Figlio di Maria, la benedetta fra tutte le donne,
il Figlio di Dio eterno, infinito.
(Papa Paolo VI)