L’episodio narrato oggi sta al centro della nostra esperienza di fede. Maria di Màgdala, Simone e Giovanni si trovano di fronte alla tomba vuota. Si trovano davanti a una assenza, quella del corpo di Gesù, e ci sono due modi di reagire: il primo è quello di Maria, che pensa la cosa più logica, che abbiano tolto il cadavere di Gesù.
I romani avevano tutto l’interesse a far sparire il corpo senza vita del Signore, per evitare che nascessero forme di devozione che avrebbero radunato tante persone e creato un problema per la sicurezza. Meglio non rischiare di fomentare rivolte, è più sicuro eliminare la fonte del rischio. L’altro discepolo, Giovanni, vide e credette. Ma cosa vide? Non c’è niente da vedere, la tomba è vuota! Eppure quello che vede lo colpisce così tanto che ne nasce un’esperienza di conversione.
Maria e Giovanni vedono la stessa cosa, eppure le reazioni che hanno sono opposte.
Perché? Forse ci può aiutare un esempio più vicino a noi, per esempio la vista di un cane mentre stiamo camminando da soli. Per qualcuno quella vista fa sentire tenerezza, felicità, desiderio di accarezzarlo. Siamo sicuri che non ci morda? No, ma se la mia esperienza con gli animali è buona, mi fido e lo accarezzo. Per altri quella vista fa sentire paura, insicurezza, desiderio di fuggire. Siamo sicuri che quello sia un animale così cattivo? No, ma se al contrario la mia esperienza con i cani non è buona, cercherò di allontanarmi.
Tutto questo per dire che quello che vedo è letto attraverso la mia storia, le mie esperienze, le emozioni che ho sentito nella mia vita, e tutto quello che vedo nella quotidianità passa al filtro della mia vita. Maria e Giovanni sono diversi tra loro: Giovanni si fida di Gesù, della sua Parola, della sua testimonianza, e quando vede la tomba vuota crede che Gesù sia risorto. È la cosa meno logica, certo, ma conoscendo e ricordandosi delle sue parole sa che Gesù non può che essere risorto.
Giovanni ci sta dicendo che se vogliamo vedere come il Signore lavora nelle nostre vite dobbiamo camminare vicino a lui, ascoltarlo, guardarlo. E questo si fa con la preghiera.
Leonardo Vezzani SJ
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Fonte: Get up and Walk – il vangelo quotidiano commentato