Pablo Erdozáin – Commento al Vangelo del 26 Dicembre 2021

604

Nella Chiesa oggi celebriamo la festa della Sacra Famiglia. Che cosa meravigliosa che Dio abbia voluto incarnarsi in una famiglia.
Gesù ci ha insegnato che Dio è famiglia. Non che sia come una famiglia, ma che Dio stesso è una famiglia. Sono le famiglie della terra che imitano il modo di essere di Dio. Dio è uno e trino. Dio Padre genera il Figlio. E frutto di questo amore tra il Padre e il Figlio è lo Spirito Santo. Questo è il mistero della Santissima Trinità, rivelato da Cristo agli uomini. Pertanto, in Dio è la paternità, la filiazione e l’amore incondizionato. Tutti gli elementi di una famiglia.

Noi siamo stati creati a immagine e somiglianza di Dio. Non è un caso che Dio abbia voluto darci una natura umana, e che siamo a sua immagine. Non è un caso che l’uomo abbia necessità di una famiglia.

Chesterton diceva che, quando entriamo in una famiglia, entriamo in un mondo infinito che non abbiamo fatto noi, un autentico racconto di fate nel quale nascere è la più grande avventura. La famiglia è il luogo nel quale sì è amati soltanto per il fatto di farne parte, non dipende né da quello che fai, né da quello che produci, né da una particolare qualità. I padri amano i loro figli per il fatto che sono loro figli. Una madre o un padre fanno qualunque cosa per i loro figli, li amano incondizionatamente.

E, se questo è vero per ogni famiglia, quanto più lo è per la Sacra Famiglia di Nazaret. Meditiamo un poco come è la famiglia di Gesù.
Contempliamo la docilità di Maria ai piani di Dio. Lo Spirito Santo le chiede di diventare la Madre del Messia, e quando viene chiamata da Dio per questa missione, non ha dubbi nel proclamarsi sua “serva”. Papa Francesco, in una udienza, sottolineò il fatto che Gesù esalta la grandezza di Sua Madre, e lo fa «non tanto per il suo compito di madre, ma per l’obbedienza a Dio». Maria si mette sempre a disposizione di Dio, prega sempre, riflette e dà gloria a Dio.

Anche Giuseppe spicca per la sua obbedienza ai piani di Dio. È sorprendente che Giuseppe non dica una parola in tutto il Vangelo. Però, in cambio, non smette di fare quello che Dio gli chiede. Si fida totalmente di Dio. Non parla, ma agisce mettendo in salvo la sua famiglia. Dovettero andare in esilio in un paese straniero, abbandonare la propria terra.

E che dire dell’obbedienza di Gesù? «Il mio cibo è fare la volontà di colui che mi ha mandato» (Gv 4, 34). Oppure, nell’orto degli ulivi «Padre mio, se questo calice non può passare via senza che io lo beva, si compia la tua volontà» (Mt 26, 42).
Gesù è l’esempio di una vita donata per Amore, dell’obbedienza assoluta ai piani di Dio.

La Sacra Famiglia di Nazaret rappresenta «una risposta corale alla volontà del Padre», dice Papa Francesco. E questo è uno dei grandi insegnamenti di questo Vangelo: la felicità dell’uomo è nel compimento della volontà di Dio. Non viene dal compiere un proprio progetto, per quanto grande possa essere. Dio ha progetti molto più grandi. Ci insegna che compiendo questi piani, possiamo essere pienamente felici. E ciò, nonostante le difficoltà. Ogni giorno ci offre l’opportunità di compiere i progetti di Dio per la nostra vita.

Oggi è un buon giorno per pregare per la nostra famiglia e per tutte le famiglie che hanno sofferenze, difficoltà o persecuzioni. Imploriamo la divina protezione. Non si tratta di non soffrire o di non avere difficoltà in questa vita, ma di accettare la volontà di Dio per noi e per la nostra famiglia. L’esempio della docilità della Sacra Famiglia di Nazaret ci aiuterà in questo impegno.
Pablo Erdozain


Leggi altri commenti al Vangelo del giorno