don Manuel Belli – Commento al Vangelo del 22 Dicembre 2021

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ENTRO IN PREGHIERA

Trovo la pace. Penso che mi sto mettendo alla presenza del Signore. Chiedo ciò che mi serve oggi per la mia vita spirituale. Invoco lo Spirito Santo con la preghiera:

Signore, noi ti ringraziamo,
perché ci hai riuniti alla tua presenza
per farci ascoltare la tua parola:
in essa ti ci riveli il tuo amore
e ci fai conoscere la tua volontà.
Fa’ tacere in noi ogni altra voce che non sia la tua,
e perché non troviamo condanna nella tua parola,
letta ma non accolta,
meditata ma non amata,
pregata ma non custodita,
contemplata ma non realizzata,
manda il tuo Spirito Santo
ad aprire le nostre menti e a guarire i nostri cuori.
Solo così il nostro incontro con la tua parola
sarà rinnovamento dell’alleanza
e comunione con te e il Figlio e lo Spirito Santo,
Dio benedetto nei secoli dei secoli.
Amen.

Cerco la pace, mi concentro sul fatto che sto per incontrare il Signore, chiedo perdono dei miei peccati e mi dispongo a perdonare di cuore il male subito. Chiedo al Signore una grazia che sento particolarmente importante per la mia vita spirituale.

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LEGGO IL TESTO

Leggo il brano con calma, lo rileggo. Mi soffermo su ciò che più mi colpisce. Ripeto la frase o l’espressione che sembra parlare oggi a me. Cerco di immaginare la scena, e immagino me stesso nella scena. Ascolto ciò che provo, le consolazioni che nascono e le desolazioni.

Dal Vangelo secondo Luca 1, 46-55
In quel tempo, Maria disse:
«L’anima mia magnifica il Signore
e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore,
perché ha guardato l’umiltà della sua serva.
D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata.
Grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente
e Santo è il suo nome;
di generazione in generazione la sua misericordia
per quelli che lo temono.
Ha spiegato la potenza del suo braccio,
ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore;
ha rovesciato i potenti dai troni,
ha innalzato gli umili;
ha ricolmato di beni gli affamati,
ha rimandato i ricchi a mani vuote.
Ha soccorso Israele, suo servo,
ricordandosi della sua misericordia,
come aveva detto ai nostri padri,
per Abramo e la sua discendenza, per sempre».

COSA DICE IL TESTO

Maria lascia parlare Elisabetta, rimane in silenzio, e quando apre bocca lo fa con il canto del Magnificat. Nelle parole di Maria la storia di Israele, le attese degli umili, il desiderio di giustizia degli oppressi, il bisogno degli affamati diventano poesia. Nel Magnificat la storia diventa un canto di lode a Dio. Potremmo addirittura dire che il Magnificat è il fine del mondo. Non la fine, ma il fine: il mondo è destinato a diventare canto di lode per la misericordia di Dio.
Il Magnificat infatti è una interpretazione della storia: la storia non è il terreno dove vincono i superbi, dove ciò che è importante sono i troni, dove le promesse cadono nel vuoto. La storia è il luogo dove Dio viene in soccorso, intesse una vicenda di fedeltà, dispiega il suo braccio e lo fa per avere misericordia.
Ogni sera la chiesa ci fa pregare il Magnificat. Non si tratta solo di dire con le labbra questa bellissima preghiera, ma di leggere il mondo e la storia con gli occhi e con il cuore di Maria. Quando preghiamo il Magnificat stiamo interpretando la storia come Maria: diventiamo poeti e custodi dell’amore e della fedeltà che c’è nel mondo.
Il Magnificat diventa anche un esercizio. Un esercizio a morire. Sì, dobbiamo dirlo senza paura. Tutte le sere nella liturgia dei vespri preghiamo il Magnificat per cantare la fedeltà di Dio, ed è solo una preparazione a quando verrà la sera della vita, perché anche nel nostro ultimo tramonto possiamo essere nella gioia per una storia di fedeltà costruita con Dio che va verso il “per sempre”, ultima parola del testo.

COSA MI DICE IL TESTO?

Cerco di applicare alla mia vita quanto letto e meditato. Posso farmi aiutare dalle domande che seguono, oppure da altre che sono sorte durante la preghiera

1) Pregando il Magnificat, mi sento in sintonia o distante dai sentimenti di Maria?
2) Quali sono oggi i sentimenti che mi accomunano a Maria che prega il Magnificat e quelli in cui mi sento più distante?

COLLOQUIO

Termino rivolgendomi al Signore, esprimendo quello che più mi sta a cuore, parlando con lui da amico a amico, da figlio a Padre.

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