don Pasquale Giordano – Commento al Vangelo del 13 Dicembre 2021

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Commento a cura di don Pasquale Giordano
FonteMater Ecclesiae Bernalda
La parrocchia Mater Ecclesiae è stata fondata il 2 luglio 1968 dall’Arcivescovo Mons. Giacomo Palombella, che morirà ad Acquaviva delle Fonti, suo paese natale, nel gennaio 1977, ormai dimissionario per superati limiti di età… [Continua sul sito]

L’infallibile fede dei piccoli

I capi dei sacerdoti e gli anziani del popolo credono bene di esercitare la loro autorità istruendo un piccolo processo contro Gesù perché dia conto del suo operato e su quale base egli lo fondi. Naturalmente essi danno per scontato la loro credibilità e l’autorevolezza, cosa che invece la contro domanda, posta da Gesù, demolisce. I capi, troppo sicuri di sé, hanno già giudicato Gesù come un malfattore, ma sono costretti a dire: non sappiamo. Essi, che avrebbero dovuto essere i primi a cogliere i segni della presenza di Dio, si disinteressano di Giovanni Battista, lasciandolo poi in balia di Erode. Troppo impegnati a gestire il commercio nel luogo santo del tempio e occupati nei giochi di potere, non si sono lasciati neanche scalfire dalla missione del Battista, confinato nel deserto. Ma Gesù dà fastidio perché entra a gamba tesa nei loro affari. 

Questo siparietto tra Gesù e le autorità religiose ci induce a riflettere sul motivo per cui, infastiditi e arrabbiati diciamo: ma chi credi di essere? In questa domanda si nasconde il fatto di non riconoscere noi per primi la dignità di chi ci sta difronte. Quello che avvertiamo come invasione di campo o una indebita ingerenza, potrebbe essere semplicemente un’occasione che ci viene offerta per fare discernimento sulle scelte da fare, guidati dalla parola di Dio. Fin quando gli altri sono in una zona sicura perché lontani dalla nostra interiorità o dalla sfera più privata, tutto va bene, perché c’è il giusto spazio per dissimulare. Quando l’incontro si fa più ravvicinato e si toccano corde sensibili del nostro vissuto, scatta l’attacco andando sul personale.

Gesù, nella cui persona si rivela l’amore di Dio, non viene per accusare e condannare, ma per annunciare la parola della vita. Essa però è come una spada molto affilata che penetra in profondità affinché noi, entrando in una salutare crisi, mettiamo in dubbio le nostre false certezze, abbassiamo le difese – per difendere cosa? –  e ci poniamo in costante discernimento, cioè in ricerca della volontà di Dio. Il Natale del Signore, che celebreremo tra qualche giorno, sia per noi un’occasione per abbattere i muri di cinta dietro cui ci trinceriamo per colpire, spesso con parole dure, coloro che Dio ci ha posto accanto per accompagnarci nel nostro cammino di vita. Apriamo il cuore ad accogliere Gesù, Parola di vita.

Signore Gesù sei stato riconosciuto Maestro e Profeta dai piccoli e dai poveri che hanno gustato la sapienza del tuo insegnamento e sperimentato la potenza delle tue azioni. L’esempio di tanti testimoni, come Maria di Betania, Zaccheo, Bartimeo, la Cananea e di molti altri che, confidando nella tua misericordia e guidati dalla tua parola, ti hanno seguito sulla via della santità, sostenga e incoraggi il nostro cammino di fede per imparare a viverla in umiltà e obbedienza. Donaci semplicità di cuore affinché possiamo cercare in sincerità il volto di Dio e godere della sua visione.