don Luigi Maria Epicoco – Commento al Vangelo del 8 Dicembre 2021

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AUTORE: don Luigi Maria Epicoco
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Oggi è la Festa dell’Immacolata Concezione della Vergine Maria. Il Vangelo ci racconta la cronaca della Sua chiamata. E salta subito all’occhio la rassicurazione che tutti vorremmo sentirci rivolgere: “Non temere perchè hai trovato grazia presso Dio”, cioè “Non avere paura”. Ma proprio perché conosciamo a memoria questa storia sappiamo anche che, paradossalmente, da questo momento in poi Maria si ritroverà davanti a tante difficoltà e problemi. Eppure l’angelo Le aveva detto che aveva trovato “grazia presso Dio”.

Allora perchè tutte queste “disgrazie”? Perchè fare la volontà di Dio non significa non avere problemi, ma ricordarsi che nonostante i problemi tu stai scrivendo una storia che ha un senso, che ha uno scopo, che ha un finale per cui vale la pena. Anzi dovremmo dire che proprio attraverso questi problemi questa storia poi si rivela come una storia di Grazia.

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So che è difficile da comprendere, ma non conosciamo altre strade se non quella di tentare di vivere così, cioè affrontando tutto quello che ci viene posto dinnanzi. E forse scopriremo alla fine che l’angelo aveva ragione anche per noi. Dire di Si a Dio significa dover affrontare un viaggio faticoso. Ma a certe mete si arriva solo viaggiando. Il cristiano è uno che sa di non essere solo in questo viaggio. Cammina sicuro sapendo che davanti a sé ci sono ancora le tracce fresche di chi si è fidato, come quelle di Maria.

Altro commento

La pagina dell’annunciazione rimane come un capolavoro che non si smette di ammirare. Anche se si conosce ogni dettaglio del racconto la bellezza che ne traspare non permette mai di abituarsi. Credo che sia Maria la fonte di questa luce. In lei, infatti, la parola di Dio non trova un ostacolo ma uno specchio, un modo tutto originale di riflettersi, di propagarsi, di espandersi.

E tutto ciò accade con tutto quello che di più umano ci portiamo appresso: la paura, le domande, l’incertezza. “Ella fu turbata a queste parole, e si domandava che cosa volesse dire un tale saluto”. Ma il punto di svolta della sua storia non consiste nel non avere paura o domande, ma nel sapersi fidare di Dio nonostante la propria paura e le proprie domande.

“Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio”, le dice l’angelo, ma avere paura e sentirsi dire di non doverne avere non ti fa passare la paura, ti fa sentire solo non capito. Credo che questo sia il motivo per cui Maria pronuncerà la sua gioia piena davanti a Elisabetta e non davanti a Gabriele, perché con la cugina si sentirà abbastanza capita da trovare finalmente la chiave di lettura giusta a ciò che le è accaduto.

Ma oggi il Vangelo ci dice solo l’immenso eccomi: “Maria disse: «Ecco, io sono la serva del Signore; mi sia fatto secondo la tua parola»”. È la messa a disposizione piena della sua umanità a ciò che di misterioso Dio sta per compiere. Queste parole di Maria sono come la prefigurazione del Padre nostro. Il suo eccomi è davvero un “sia fatta la tua volontà”, ma non con la cecità di chi esegue, ma con la fiducia di chi sa che vedrà e capirà con il tempo.

Credo che questo sia il motivo per cui Dio non si accontenta di Maria come una qualunque serva, ma che ne faccia di Lei una madre. E non una madre qualunque, ma la Madre di Dio. Ogni volta che si dice di sì a Dio, qualcosa cambia in noi, ma sempre in meglio. È il meglio di chi si riconosce come argilla nelle mani di un vasaio e attende da lui la propria forma, il proprio scopo.