Un testo, quello odierno, che racconta, se preso alla lettera, un episodio inverosimile.
Due ciechi “ seguono “ Gesu’, gli gridano “ Figlio di Davide, abbi pietà di noi “ e, poi, si “ avvicinano “ al Maestro entrato in una casa.
Come possono dei ciechi seguire Gesu’ ed avvicinarsi a Lui se non ci vedono?
E’ allora chiaro che l’episodio non è un fatto di cronaca reale bensi’ viene narrato per dare un messaggio a noi tutti.
I ciechi non sono tali perché non hanno il senso della vista ma perché sono “ non vedenti dell’anima “.
Per questo hanno bisogno di Cristo e lo seguono gridando l’invocazione che, ogni giorno, tutti dovremmo rivolgere a Lui: “ Figlio di Davide, abbi pietà di noi “, che, tradotta in altre parole, significa dire: “ Siamo peccatori, lo riconosciamo, e chiediamo la tua “ pietà “, cioè l’intima comprensione della nostra fragilità e ti chiediamo di perdonarci e di Salvarci, perché CREDIAMO che tu possa farlo “.
Dinanzi a questa preghiera Dio, preso atto della nostra fede, toccherà gli occhi spenti della nostra anima, i quali si apriranno.
Le nostre vite saranno trasfigurate al punto tale che “ disubbidiremo “ anche a Gesu’ in quanto non potremo stare zitti ma ci verrà spontaneo “ diffondere la notizia “ della nostra guarigione.
“ Figlio di Davide, abbi pietà di noi “.
Ripetiamola, con fede, ogni giorno, questa invocazione, e la nostra cecità spirituale scomparirà.
Buona giornata e buona riflessione a tutti.
A cura di Fabrizio Morello
Foto: mia.