Luis Cruz – Commento al Vangelo del 28 Novembre 2021

1005

Inizia l’Avvento, tempo liturgico che ci prepara al Natale. Il Vangelo di questa prima domenica raccoglie una parte del discorso di Gesù a Gerusalemme negli ultimi giorni della sua vita terrena. Ci invita a sollevare il nostro sguardo e ad aprire i nostri cuori per riceverlo.

L’Avvento ci porta al Natale, e da lì all’attesa del ritorno glorioso di Cristo. Ci chiama a un incontro personale con Lui: ci chiama ogni giorno; ogni giorno ci chiede di liberarci delle nubi che ci avvolgono, delle nostre angustie, dei nostri scoraggiamenti e smarrimenti.
Un tempo per farci spogliare della nostra vita ripetitiva e farci riempire il cuore di speranza, di luce, di desiderio di pienezza.

Il Vangelo di questa domenica ci insegna due modi di vivere: con la testa in alto oppure con il cuore cupo.
Il cristiano è chiamato a vivere con il capo rivolto verso l’alto, come figlio di un Dio che è Padre, che è Amore. Sapendo scoprire la grandezza di ciò che ci sta intorno, dell’amore di Dio che ci avvolge nelle nostre concrete e reali situazioni, nella nostra famiglia, nel nostro lavoro e nel riposo, nei nostri amici.

Cristo ci dà la sua luce, la sua forza, la sua vita per saperlo trovare in ogni cosa. Lì c’è Lui, aspettandoci, per riempirci della sua grazia, del suo modo di vivere e di amare. Ma spesso viviamo con il cuore annuvolato. I nostri problemi, le difficoltà, le nostre miserie e debolezze, le nostre paure, le nostre delusioni, i nostri egoismi e la nostra superbia, sembrano avere il sopravvento. Riempiamo i nostri desideri profondi di felicità, di abbondanza, di generosità, con un alimento che non sazia, perchè viviamo guardando solo a noi stessi.

Nel Vangelo di oggi, Gesù ci dà la chiave per vivere ogni giorno con il capo rivolto verso l’alto. Ci chiama ad essere svegli e a pregare. Svegli da quel sonno che gira sempre intorno e se stessi, che ci chiude nella nostra vita con i suoi problemi, gioie e dolori. Un sonno che mette in letargo la nnostra capacità di amare e di essere amati, che ci impedisce di godere di questa vita, che ci porta a perdere ciò che di più bello è in essa: la bellezza della creazione, il volto dei nostri esseri amati, la conversazione tranquilla, le passeggiate in compagnia.

Ci perdiamo il meglio: la presenza di Dio e quella degli altri. E finiamo pieni di tristezza e di noia, lamentandoci e lagnandoci per ogni cosa.
Stare svegli per guardare più in là di noi stessi: lì dove Dio vuole portarci, lì dove Dio conserva i suoi sogni di amore per noi e per questo mondo. Stare svegli per farci domande che arrivano in fondo al cuore, come e perchè voglio dedicare la mia vita.

In secondo luogo, il Signore ci chiama a pregare. In piedi, aspettando Gesù in modo tale che ognivolta che siamo in preghiera riporti i nostri pensieri e i nostri cuori sino a Lui e sino ai nostri desideri più profondi di felicità. Lo aspettiamo in piedi, pregando, perchè ci apra agli altri, perchè ci liberi dalla nostra pochezza, perchè possiamo guardare questo mondo con un cuore innamorato.

Luis Cruz


Leggi altri commenti al Vangelo del giorno