PROFETI DI SVENTURA
Piuttosto che preoccuparci di come il nemico sta operando nel mondo, dovremmo prima di tutto preoccuparci di vigilare su noi stessi, nella preghiera assidua e nel compimento sereno del nostro lavoro quotidiano.
Nella prima lettura troviamo una grandiosa narrazione del profeta Daniele che, spiegando il sogno di Nabucodonosor, racconta con delle immagini allegoriche il susseguirsi di alcuni grandi regni. Alla fine, questi regni vengono distrutti da una pietra che si stacca dal monte, «senza intervento di mano d’uomo». Questa pietra e la montagna che ha origine dalla distruzione dei regni umani rappresenta un regno destinato a durare in eterno: il regno di Cristo, sorto per iniziativa di Dio stesso e non di un uomo.
Da una parte troviamo, quindi, i regni di questo mondo che, per quanto possano sembrare potenti, sono destinati a finire. Dall’altra, il regno del Signore Gesù che durerà per sempre. È di grande conforto questa Parola e ci aiuta a capire che non dobbiamo avere paura se il potere delle tenebre e i poteri mondani, che si oppongono alla verità del vangelo, sembrano talora forti e indistruttibili. In realtà, come è accaduto in passato, ad esempio con i regimi comunisti, il Signore può distruggere i regni del nemico e cambiare il corso della storia in modo immediato e inaspettato. Non dobbiamo perciò lasciarci prendere dall’agitazione, ma rimanere in un atteggiamento di attenta e serena vigilanza, affinché le forze oscure non ci facciano deviare dalla verità di Cristo.
Lo stesso Gesù oggi ci mette in guardia dai profeti di sventura che creano vani allarmismi, proclamando che «il tempo è vicino!». «Non andate dietro a loro!» – dice. Egli ci fa capire che, nonostante la sua venuta sia preceduta da sconvolgimenti di ogni genere, non dobbiamo perdere la pace, ma preoccuparci solo di custodire integro il nostro cuore, perché non si appesantisca dietro a dissipazioni, distrazioni e affanni della vita.
Coloro che si agitano per ciò che succede nel mondo e non per la salute della propria anima sono simili a uomini stolti preoccupati per un terremoto in un paese lontano e che non si accorgono che i muri della loro casa sono pericolanti!
Gesù, alla fine del discorso da cui è tratto il vangelo odierno, ci dice: «State attenti a voi stessi, che i vostri cuori non si appesantiscano in dissipazioni, ubriachezze e affanni della vita e che quel giorno non vi piombi addosso all’improvviso; come un laccio, infatti, esso si abbatterà sopra tutti coloro che abitano sulla faccia di tutta la terra. Vegliate in ogni momento pregando, perché abbiate la forza di sfuggire a tutto ciò che sta per accadere e di comparire davanti al Figlio dell’uomo» (21-34-36).
Invece di preoccuparci di come il nemico sta operando nel mondo, dovremmo prima di tutto preoccuparci di vigilare su noi stessi, per essere pronti anche a perdere la vita, se ci venisse chiesto, pur di non rinnegare Cristo e la verità della dottrina cattolica. Questa vigilanza consiste nella preghiera assidua e nel compimento sereno del nostro lavoro quotidiano.
San Paolo su questo è molto chiaro e se la prende con quei cristiani che passano il loro tempo nell’ozio, attenti continuamente alle cose che non vanno nel mondo e nella Chiesa, per cercare di capire quando il Signore sarebbe tornato, invece di lavorare in pace. Ecco il suo ammonimento: «Fratelli, nel nome del Signore nostro Gesù Cristo, vi raccomandiamo di tenervi lontani da ogni fratello che conduce una vita disordinata. Sentiamo, infatti, che alcuni fra voi vivono una vita disordinata, senza fare nulla e sempre in agitazione. A questi tali, esortandoli nel Signore Gesù Cristo, ordiniamo di guadagnarsi il pane lavorando con tranquillità» (2Ts 2,3.11-12).
Lavoriamo e viviamo «con tranquillità», aprendo il nostro cuore a Gesù nella preghiera, soprattutto attraverso la Santa Messa e l’Adorazione eucaristica.
O Maria Vergine fedele, orienta i nostri cuori verso ciò che è essenziale. Non permettere che perdiamo la pace andando dietro ai profeti di sventura del nostro tempo. Amen!