Commento al Vengelo del 22 Novembre 2021 – Monaci Benedettini Silvestrini

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L’obolo della vedova.

Per i ricchi è facile farsi belli e mostrarsi generosi. Anche ai tempi di Gesù facevano risuonare le loro monete, gettate in abbondanza nel grande contenitore metallico del Tempio. Il suono già ne misurava la quantità ed incitava gli astanti a voltarsi per vedere chi fosse il generoso donatore. Anche nelle nostre chiese, al momento della questua alcuni sventolano la loro offerta sperando che qualcuno, il celebrante prima di tutti, veda, ammiri e lodi.

Lo sguardo di Cristo pènetra nel profondo e non si ferma alle apparenze e sa dove porre le sue compiacenze. Una povera vedova attrae la sua attenzione. Probabilmente ha fatto cadere soltanto pochi spiccioli che non hanno attirato l’attenzione di alcuno. Il Signore la nota e la loda perché fra i tanti proprio lei ha dato più di tutti gli altri perché «nella sua miseria ha dato tutto quanto aveva per vivere».

Non ha dato il superfluo, ma ha dato tutto, anche se secondo i nostri calcoli quel “tutto” è assai poco. Dobbiamo allora concludere la vera generosità la manifestiamo quando abbiamo il coraggio di privarci anche del necessario pur di prestare aiuto agli altri. Ne sono capaci solo coloro che sono animati da una grande fede, da un grande amore e da una illimitata fiducia nella provvidenza e nelle generosità di Dio.

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