Ed entrato nel tempio, si mise a scacciare quelli che vendevano, dicendo loro: «Sta scritto: La mia casa sarà casa di preghiera. Voi invece ne avete fatto un covo di ladri».
Con quest’azione o gesto, Gesù si manifesta, si rivela vero profeta del Signore. Chi è il profeta? È colui che sempre ha gridato al popolo qual è la vera religione, il vero culto. Il vero culto è nell’offerta del cuore al suo Signore. Come si offre il cuore al Signore? Attraverso il compimento della sua volontà, l’osservanza della sua Legge, la fedeltà ai suoi Statuti. È questo il vero culto: l’obbedienza a tutta la Legge per tutti i giorni della vita sulla terra. Offrire al Signore un animale o del denaro, mai potrà dirsi verso culto. Neanche la preghiera potrà dirsi verso culto. La preghiera è culto quando si va dal Signore per fargli l’offerta del cuore e chiedere ogni grazia per rimanere fedeli.
Ecco come risuona possente la voce di Malachia vedendo il Signore calpestato nella sua Signoria: “Il figlio onora suo padre e il servo rispetta il suo padrone. Se io sono padre, dov’è l’onore che mi spetta? Se sono il padrone, dov’è il timore di me? Dice il Signore degli eserciti a voi, sacerdoti che disprezzate il mio nome. Voi domandate: «Come lo abbiamo disprezzato il tuo nome?». Offrite sul mio altare un cibo impuro e dite: «In che modo te lo abbiamo reso impuro?». Quando voi dite: «La tavola del Signore è spregevole» e offrite un animale cieco in sacrificio, non è forse un male? Quando voi offrite un animale zoppo o malato, non è forse un male? Offritelo pure al vostro governatore: pensate che sarà soddisfatto di voi o che vi accoglierà con benevolenza? Dice il Signore degli eserciti. Ora supplicate pure Dio perché abbia pietà di voi! Se fate tali cose, dovrebbe accogliervi con benevolenza? Dice il Signore degli eserciti. Oh, ci fosse fra voi chi chiude le porte, perché non arda più invano il mio altare! Non mi compiaccio di voi – dice il Signore degli eserciti – e non accetto l’offerta delle vostre mani! Poiché dall’oriente all’occidente grande è il mio nome fra le nazioni e in ogni luogo si brucia incenso al mio nome e si fanno offerte pure, perché grande è il mio nome fra le nazioni. Dice il Signore degli eserciti. Ma voi lo profanate quando dite: «Impura è la tavola del Signore e spregevole il cibo che vi è sopra». Voi aggiungete: «Ah! che pena!». E lo disprezzate. Dice il Signore degli eserciti. Offrite animali rubati, zoppi, malati e li portate in offerta! Posso io accettarla dalle vostre mani? Dice il Signore. Maledetto il fraudolento che ha nel gregge un maschio, ne fa voto e poi mi sacrifica una bestia difettosa. Poiché io sono un re grande – dice il Signore degli eserciti – e il mio nome è terribile fra le nazioni (Mal 1,6-14). Ecco cosa chiede il Signore: che si chiudano le porte della sua casa. Così almeno il suo nome non sarà disonorato.
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Gesù ricorda la profezia di Isaia. La casa del Signore sarà casa di preghiera. La preghiera è nell’offerta del cuore e della volontà al Signore. È promessa di obbedienza eterna. È chiedere perdono per ogni colpa commessa. “Voi invece ne avete fatto un covo di ladri”. Perché covo di ladri? Perché il ladro si serve del covo per nascondersi per poi tornare a rubare. Ruba, si nasconde nel suo covo. Poi esce e ruba di nuovo. Si va nel tempio per uscire purificati. Non si va nel tempio per uscire con la coscienza tranquilla e la volontà rivolta ancora e sempre verso il male. Chi va nel tempio del Signore, va per immergersi nella divina volontà, nella sua grazia, nella sua fedeltà.
Ecco le sue profezie, quella di Isaia e l’altra di Geremia: “Così dice il Signore: «Osservate il diritto e praticate la giustizia, perché la mia salvezza sta per venire, la mia giustizia sta per rivelarsi». Beato l’uomo che così agisce e il figlio dell’uomo che a questo si attiene, che osserva il sabato senza profanarlo, che preserva la sua mano da ogni male. Non dica lo straniero che ha aderito al Signore: «Certo, mi escluderà il Signore dal suo popolo!». Non dica l’eunuco: «Ecco, io sono un albero secco!». Poiché così dice il Signore: «Agli eunuchi che osservano i miei sabati, preferiscono quello che a me piace e restano fermi nella mia alleanza, io concederò nella mia casa e dentro le mie mura un monumento e un nome più prezioso che figli e figlie; darò loro un nome eterno che non sarà mai cancellato. Gli stranieri, che hanno aderito al Signore per servirlo e per amare il nome del Signore, e per essere suoi servi, quanti si guardano dal profanare il sabato e restano fermi nella mia alleanza, li condurrò sul mio monte santo e li colmerò di gioia nella mia casa di preghiera. I loro olocausti e i loro sacrifici saranno graditi sul mio altare, perché la mia casa si chiamerà casa di preghiera per tutti i popoli» (Is 56,1-7).
Ma voi confidate in parole false, che non giovano: rubare, uccidere, commettere adulterio, giurare il falso, bruciare incenso a Baal, seguire altri dèi che non conoscevate. Poi venite e vi presentate davanti a me in questo tempio, sul quale è invocato il mio nome, e dite: “Siamo salvi!”, e poi continuate a compiere tutti questi abomini. Forse per voi è un covo di ladri questo tempio sul quale è invocato il mio nome? Anch’io però vedo tutto questo! Oracolo del Signore. Andate, dunque, nella mia dimora di Silo, dove avevo da principio posto il mio nome; considerate che cosa io ne ho fatto a causa della malvagità d’Israele, mio popolo. Ora, poiché avete compiuto tutte queste azioni – oracolo del Signore – e, quando vi ho parlato con premura e insistenza, non mi avete ascoltato e quando vi ho chiamato non mi avete risposto, io tratterò questo tempio sul quale è invocato il mio nome e in cui confidate, e questo luogo che ho concesso a voi e ai vostri padri, come ho trattato Silo. Vi scaccerò dalla mia presenza, come ho scacciato tutti i vostri fratelli, tutta la discendenza di Èfraim (Ger 7,8-15). Il Signore una cosa ha chiesto all’uomo: che osservi la sua Parola. Che cammini nella sua Legge. Che obbedisca ai suoi Comandamenti.
LEGGIAMO IL TESTO DI Lc 19,45-48
È giusto offrire qualche indicazione sul tempo in cui queste cose sono accadute. Gesù entra in Gerusalemme il primo giorno della settimana. Che è la nostra domenica. Giovedì sera celebra la Pasqua con i suoi discepoli. Nella notte viene arrestato, giudicato, condannato. Il venerdì mattina viene consegnato a Pilato. Pilato è costretto a condannarlo a morte per crocifissione. La sera di venerdì Gesù è già nel sepolcro. Il giorno dopo il sabato risorge. “Ogni giorno insegnava nel tempio”. Cioè lunedì, martedì, mercoledì, giovedì. I capi dei sacerdoti e gli scribi cercavano di farlo morire e così anche i capi del popolo. Tutti gli uomini di potere hanno un solo desiderio: far morire Gesù.
Vogliono far morire Gesù. Ma Gesù non deve morire secondo tempi e modalità stabiliti dai capi del popolo. Deve morire secondo quanto nelle profezie è scritto di Lui. Delle profezie non deve essere tralasciata neppure una sillaba. Ma chi compie le profezie non sono i capi del popolo. Essi possono solo compiere quella parte che riguarda il loro operato. Per ogni uomo vi è la parte di profezia che solo lui potrà compiere. Ecco la loro confusione e smarrimento. “Ma non sapevano che cosa fare, perché tutto il popolo pendeva dalle sue labbra nell’ascoltarlo”. I capi del popolo vogliono agire. Sanno però che non possono mettersi contro il popolo. Devono trovare una soluzione idonea. Essi, finché non giungerà l’ora, non hanno alcun potere su Gesù. Su di Lui veglia il Padre suo. Quando l’ora sarà giunta, sarà Gesù che si consegnerà a loro. Non sono loro che lo prenderanno. Sarà Lui che si lascerà prendere. Una verità va messa sul candelabro: ognuno è chiamato ogni giorno a purificare se stesso, perché vero tempio dello Spirito Santo, vero tempio di Cristo Gesù e del Padre. Come purificherà se stesso? Togliendo i vizi dal suo corpo, la superbia dal suo spirito, ogni macchia di peccato dalla sua anima. Dio non abita in un tempio nel quale vi regnano peccato, vizio, la concupiscenza degli occhi e della carne e la superbia della vita. La Madre di Dio, tempio purissimo, ci aiuti. Vogliono conservare puro il nostro tempio.
Nota: Questo commento al Vangelo è gratuito pertanto l’autore non autorizza un fine diverso dalla gratuità.