Dopo gli incontri introduttivi delle settimane scorse, iniziamo oggi una rilettura più sistematica e organica della nostra fede cattolica. Se ricordate negli appuntamenti precedenti, con le interviste raccolte tra la gente per strada, abbiamo preso coscienza della ignoranza ahime molto diffusa, sulle cose della fede. Allora, con pazienza ricominciamo dall’inizio, con l’aiuto di Dio.
Prenderemo come riferimento il Compendio del Catechismo della Chiesa Cattolica, lo strumento di sintesi offerto a tutta la Chiesa, che riassume e compendia il Catechismo, cioè la presentazione organica della fede cristiana.
“Le parole della fede”, è il titolo di questa rubrica, perché credere non è solo provare delle sensazioni o avere qualche vaga idea di Dio, ma è una vera e propria forma di indagine e di conoscenza sulla realtà delle cose, sostenuta dalla divina rivelazione.
Compendio del Catechismo, cap. 1, numero 1.
1. Qual è il disegno di Dio per l’uomo?
Dio, infinitamente perfetto e beato in se stesso, per un disegno di pura bontà ha liberamente creato l’uomo per renderlo partecipe della sua vita beata. Nella pienezza dei tempi, Dio Padre ha mandato suo Figlio come redentore e salvatore degli uomini caduti nel peccato, convocandoli nella sua Chiesa e rendendoli figli adottivi per opera dello Spirito Santo ed eredi della sua eterna beatitudine.
COMMENTO
Da qualche parte bisogna cominciare, e il catechismo per introdurci alla conoscenza del mistero della nostra fede, comincia con uno sguardo panoramico sul disegno di Dio.
Il primo punto del catechismo ci presenta una mirabile sintesi della nostra fede, che ha anche un pregio notevole: quello di tenere insieme tutto. Anzitutto c’è un disegno, un unico disegno che Dio ha da sempre e per sempre per tutta l’umanità.
Ma andiamo con ordine: Dio in se stesso è perfetto e beato. Non ha bisogno di nulla e di nessuno per essere felice, e dunque per purissima e gratuita bontà ha creato l’uomo per renderlo partecipe della sua vita beata.
Il suo Figlio, l’unico, assolutamente l’unico che possa essere detto in verità Figlio di Dio, perché Dio come il Padre, è stato mandato in mezzo a noi, uomo in mezzo agli uomini per riscattarci dal peccato. Il peccato infatti ci tiene separati dall’originario disegno divino: mentre il Figlio di Dio fatto uomo, ci chiama ad essere un cuore solo e un’anima sola nella sua Chiesa. Ma c’è di più. Donandoci il suo Spirito, che è lo Spirito, l’amore del Padre e del Figlio, la nostra identità di creature umane è consacrata e riplasmata: in questo modo anche noi, che per natura siamo poco più di un soffio, possiamo dirci ed essere realmente figli di Dio, eredi della sua beatitudine.
Certo, essendo stato creato da Dio, ogni uomo può dire di essere figlio di Dio, come anche gli alberi, i sassi, le piante… ma la chiamata alla fede e il dono dello Spirito, ci rendono figli, proprio come Gesù Cristo, dunque partecipi della felicità perfetta di Dio.
Ecco abbiamo fatto il compendio del compendio, dalla a alla zeta di un percorso di fede, che però ha bisogno di essere sempre approfondito.
Per fissare nella memoria queste verità della fede, vorrei invitarvi a guardare una foto.
Tranquilli! Non è un difetto del televisore. Forse avete già capito che è la tela di un quadro, ma vista dal retro. Il retro di questo quadro ci fa pensare al corso della nostra vita terrena, che è fatta di segni e di tracce confuse, che non sappiamo da dove vengono o dove vadano. Quante domande, quanti dubbi ci tormentano e quanto è difficile riconoscere il senso delle cose, della vita, della sofferenza, della morte.
Ecco la fede ci dice: abbi fiducia. Queste tracce che ora ti appaiono confuse e addirittura senza senso, sono le tracce di un capolavoro, un disegno meraviglioso: il disegno di Dio sulla tua vita e sul mondo intero. Proprio la fede ti aiuta a comprendere che ogni situazione della vita ha un suo perché, ha un suo valore. Il disegno lo possiamo solo intravvedere, e conoscere magari sempre meglio, giorno per giorno nel cammino della fede.
Ma è già un gran dono sapere che il disegno c’è, che la nostra vita non è una scheggia impazzita, che non si sa da dove viene o dove va, e che un giorno, con l’aiuto di Dio, saremo dal lato giusto di questo disegno e potremo conoscerne tutta la bellezza.
Fonte: 12 Porte Bologna