L’invocazione del cieco, nel racconto evangelico di oggi, è una richiesta di pietà, cioè di rivolgere su di lui uno sguardo di amore e di misericordia. Uno sguardo diverso da quello iniziale della folla che vede nel povero cieco una persona a cui rivolgersi, ma solo fin quando non diventa fastidioso, fin quando rimane nei loro schemi. Ma questo sguardo della folla – che tante volte è anche il nostro – viene trasformato da Gesù in missione, in evangelizzazione: “ordinò che lo conducessero da lui”. Lasciamoci toccare dal grido dei poveri e dei sofferenti, dei piccoli!
Al cospetto di Gesù il cieco è invitato a dar nome ai suoi desideri, ad esprimere ciò che ha nel cuore: “Che cosa vuoi che io faccia per te?”. Anche noi con lo stesso animo e con la stessa sincerità siamo chiamati a riconoscere i nostri desideri e metterli nelle mani del Signore, in mano a Colui che più di tutti desidera il nostro bene!
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