Mons. Costantino Di Bruno – Commento al Vangelo del 15 Novembre 2021

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Sentendo passare la gente, domandò che cosa accadesse. Gli annunciarono: «Passa Gesù, il Nazareno!». Allora gridò dicendo: «Gesù, figlio di Davide, abbi pietà di me!».

Ormai Gerusalemme è vicina. Siamo già nei pressi di Gerico. Rimane solo l’ultimo tratto da percorrere. “Mentre si avvicinava a Gerico, un cieco era seduto lungo la strada a mendicare”. Chi è sulla strada conosce sempre tutto di tutti. Ognuno che passa dice una parola. Mettendo insieme tutte le parole ascoltate alla fine vi è un racconto ben formato. Assai differente sarebbe se il cieco fosse anche sordo. In questo caso ci sarebbe il buio totale. Per ogni piccola cosa che il Signore ci elargisce, sempre dobbiamo benedirlo, ringraziarlo, lodarlo, magnificarlo e celebrarlo. Invece noi guardiamo sempre ciò che ci manca. Non pensiamo mai a ciò che abbiamo. Un solo dono di Dio è ricchezza infinita. Verità eterna.

Ora si manifesta tutta la grandezza del dono dell’udito. Gesù non passa da solo. Con Lui vi è una folla numerosa. Tutti stanno salendo a Gerusalemme per la Pasqua. Il cieco sente passare la gente. C’è un mondo in movimento. Lui ascolta e sa che quanto sta avvenendo è ben oltre quanto avviene di solito. Di sicuro è un evento straordinario, eccezionale. Questo pensiero lo spinge a chiedere. Lui vuole conoscere. Conosce attraverso l’udito. Ecco la grandezza del dono di Dio. A Lui è stata negata la conoscenza per mezzo degli occhi. Non vede. Gli è stata però conservata la conoscenza mediante l’udito. Può chiedere, può ascoltare, può conoscere, può entrare nel mistero della storia.

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Il cieco chiede e subito riceve risposta: “Gli annunciarono: «Passa Gesù, il Nazareno!»”. Forse per qualcuno di noi, la notizia sarebbe stata una come tante, una come mille altre. Non però per il cieco. Lui subito scava nella sua memoria. Collega a questo evento quanto precedentemente aveva ascoltato da altri che erano passati davanti alla sua postazione e sa bene chi sta passando. Passa davanti a lui la sua salvezza. Oggi passa. Domani non passerà più. Ci sarà un’altra volta? Oggi la grazia è dinanzi a Lui. Domani la manderà nuovamente il Signore? Ecco il grande insegnamento che questo cieco ci dona: se il Signore oggi passa, oggi si deve vivere la sua venuta. Non c’è il domani. Oggi il Signore passa. Oggi il Signore parla. Oggi il Signore si manifesta. Domani ritornerà? Non lo sappiamo. Ecco allora l’invito che la Lettera agli Ebrei, sul fondamento del Salmo, rivolge ai cristiani della prima ora: “Oggi, se udite la sua voce, non indurite i vostri cuori come nel giorno della ribellione, il giorno della tentazione nel deserto, dove mi tentarono i vostri padri mettendomi alla prova, pur avendo visto per quarant’anni le mie opere. Perciò mi disgustai di quella generazione e dissi: hanno sempre il cuore sviato. Non hanno conosciuto le mie vie. Così ho giurato nella mia ira: non entreranno nel mio riposo” (Eb 3,7-11). Ascoltare domani è già perdita della grazia.

Oggi passa la grazia di Dio e oggi essa va afferrata tutta. “Allora gridò dicendo: «Gesù, figlio di Davide, abbi pietà di me!»”. Gesù è il Figlio di Davide. Il Figlio di Davide è il Messia di Dio, il suo Cristo. Perché viene il Figlio di Davide? Viene per dare la vista ai ciechi. Poiché lui è cieco, a lui è dovuta pietà. Secondo la profezia di Isaia lui dovrà essere guarito, sanato dalla sua infermità. Lui non chiede cosa strane, oltre la missione di Gesù. Lui chiede nel rispetto della missione del Signore. Se Gesù passasse avanti, attesterebbe di non essere il Cristo di Dio. Poiché Lui è il vero Cristo di Dio non può passare oltre. Deve fargli la grazia per giustizia, per adempimento della sua missione, per obbedienza al Padre suo.

LEGGIAMO IL TESTO DI Lc 18,35-43

Mentre si avvicinava a Gerico, un cieco era seduto lungo la strada a mendicare. Sentendo passare la gente, domandò che cosa accadesse. Gli annunciarono: «Passa Gesù, il Nazareno!». Allora gridò dicendo: «Gesù, figlio di Davide, abbi pietà di me!». Quelli che camminavano avanti lo rimproveravano perché tacesse; ma egli gridava ancora più forte: «Figlio di Davide, abbi pietà di me!». Gesù allora si fermò e ordinò che lo conducessero da lui. Quando fu vicino, gli domandò: «Che cosa vuoi che io faccia per te?». Egli rispose: «Signore, che io veda di nuovo!». E Gesù gli disse: «Abbi di nuovo la vista! La tua fede ti ha salvato». Subito ci vide di nuovo e cominciò a seguirlo glorificando Dio. E tutto il popolo, vedendo, diede lode a Dio.

L’umanità si rivela nel suo egoismo e nella sua insensibilità. “Quelli che camminavano avanti lo rimproveravano perché tacesse”. Qual è il motivo per cui il cieco deve tacere? Perché non può chiedere pietà a Gesù? Avrebbero dovuto essere loro a prendere il cieco per mano e accompagnarlo dinanzi a Gesù. Avrebbero dovuto essere loro a chiedere la grazia della guarigione. Chi sta bene è difficile, quando è nella cecità dello spirito, che comprenda chi sta male. Il cieco non ascolta il loro rimprovero. Lui è cieco e grida ancora più forte: “Figlio di Davide, abbi pietà di me!”. Ora la grazia passa dinanzi a lui. Ora si deve gridare. Fra qualche minuto sarà troppo tardi. Gesù è lontano e non potrà udire.

Gesù allora si ferma e ordina che lo conducano da Lui. Quando l’uomo grida e Gesù ascolta, poi è Lui che prende la storia nelle sue mani. Con Gesù la grazia è sempre perfetta, mai imperfetta, mai incompleta, mai a metà o insufficiente. Questa verità va messa nel cuore. Quando si invoca Gesù o a Lui si chiede una grazia, dobbiamo sapere che Lui è sempre mosso dallo Spirito Santo e lo Spirito vuole solo il nostro più grande bene. Questa fede va posta nel cuore. L’ordine di Gesù viene subito portato a compimento. Nell’ordine dato Gesù si rivela come il Signore. Lui è il Figlio di Davide ed è il Signore. Ora il cieco è vicino a Gesù, davanti a Lui. Prima del miracolo, Gesù gli rivolge una domanda.

Gesù chiede: “Che cosa vuoi che io faccia per te?”. Perché questa domanda? Perché la richiesta deve essere esplicita, chiara, manifestativa della grazia desiderata. Si chiede e si riceve. Lui ha chiesto pietà. È una richiesta vaga. A Gesù va manifestato il contenuto della richiesta perché Lui possa rivelare tutta la sua onnipotenza. Lui tutto può. Ogni grazia è stata posta nelle sue mani. Non solo Lui è il Figlio di Davide. È anche il Signore Onnipotente. Il cieco risponde: “Signore, che io veda di nuovo”. Lui non vuole se non vedere di nuovo. Questo è il suo desiderio e per questa grazia lui ha gridato. Ora sia Gesù che tutti i presenti sanno cosa il cieco vuole che Gesù faccia per lui. Gesù deve ridargli la vista.

La sua richiesta viene prontamente soddisfatta. “E Gesù gli disse: «Abbi di nuovo la vista! La tua fede ti ha salvato»”. Il cieco ha creduto, per questo ha gridato. Per questo non si è lasciato intimorire da quanti lo rimproveravano.  La vera fede si manifesta quando tutto il mondo ci dice di fare altro, di cambiare, di pensare differentemente e noi perseveriamo contro tutti e tutto. Chi cede alle grida degli altri, attesta di non avere vera fede. La fede è perseverare sino alla fine. Si cade dalla fede quando si inizia e poi si smette, perché altri ci dicono di intraprendere altre vie. Beato è chi crede sino alla fine senza deviare né a destra né a sinistra. La fede è obbedienza. Oggi il mondo ci grida perché noi non gridiamo.

Ecco a cosa serve la vista: a seguire Gesù. “Subito ci vide di nuovo e cominciò a seguirlo glorificando Dio”. Si segue Gesù perché è la sorgente della nostra verità. Si glorifica Dio perché ha costituito Gesù sorgente visibile di tutto. Non solo il cieco glorifica Dio, ma anche “tutto il popolo, vedendo, diede gloria a Dio”. Perché si glorifica il Signore? Perché ogni dono di grazia, verità, giustizia, pace compiuto da Gesù è in Lui e per Lui dono del Padre. Il popolo confessa che tra Gesù e Dio vi è un legame non solo invisibile, ma anche unico. Mai nessuno nella storia ha operato, agito, parlato, come Gesù. La differenza non è con uno solo, è con tutti, con il mondo visibile e invisibile. Oggi questa differenza tra Gesù e ogni altra creatura esistente, visibile e invisibile, del passato, del presente, del futuro, necessariamente va rimessa nel cuore di tutti i suoi discepoli. Senza questa verità, il loro discepolato è vano. Se Cristo Gesù è uno come tutti gli altri, a che serve subire il martirio per Lui? A che serve diffondere la fede in Lui? Sarebbe solo opera di proselitismo o di un qualche interesse personale. Invece solo Lui è. Nessun altro è. Madre di Dio, aiutaci a professare la verità di Gesù contro ogni grido del mondo.

Fonte@MonsDiBruno

Nota: Questo commento al Vangelo è gratuito pertanto l’autore non autorizza un fine diverso dalla gratuità.