Tempi nuovi
Le promesse fatte ai padri
Le ultime domeniche di ogni anno liturgico si saldano alle prime del successivo attraverso il tema “circolare” della venuta di Gesù, come Messia e Redentore, come Figlio dell’uomo e giudice della storia. L’annuncio e la riflessione della Chiesa passano dall’attesa del traguardo di tutta la creazione alla memoria delle promesse fatte ai patriarchi e adempiute con la prima venuta del Figlio di Dio fatto uomo, nostro fratello e salvatore.
Siamo chiamati a fare nostro l’anelito dei padri, l’invocazione che sale dai poveri della terra e dalle vittime della storia, per un intervento di Dio che porti a compimento ogni sforzo e impegno di bene, suscitato nei cuori umani dallo Spirito di Dio. In questo, l’Antico o Primo Testamento ci anima e supporta, dandoci l’occasione di appropriarci dei sentimenti e delle speranze di tutti i profeti, così come delle preghiere dei Salmi, che interpretano e guidano i pensieri dei nostri cuori, a formare la preghiera di tutta la Chiesa: “– In alto i nostri cuori! – Sono rivolti al Signore!” (Ordinario della Messa).
La preghiera dei cristiani si allarga ben oltre le necessità e le inclinazioni personali a esprimere l’adesione personale e comunitaria al progetto di amore del Padre, come Gesù ce lo ha fatto conoscere: “Venga il tuo Regno, sia fatta la tua volontà” (Mt 6,10; cf Lc 11,2). È la preghiera del tempo della prova, che rilegge e assume le sfide del presente orientandole al traguardo.
Il tempo del giudizio
Con la morte e la risurrezione di Gesù, si inaugura il tempo del “giudizio”, ossia del riscatto di ogni bene cercato e compiuto dalle nebbie dell’ambiguità e della menzogna, dalle trappole dell’ingiustizia. Questo riscatto è operato da Colui che per amore nostro ha affrontato e sconfitto la morte e il male; sarà compiuto alla fine della storia, ma viene come “anticipato” dalla vita buona dei credenti (cf. 1Gv 5,4): “Venite, benedetti del Padre mio, ricevete il Regno preparato per voi, […] perché ho avuto fame e mi avete dato da mangiare…” (Mt 25,34-35). […]