«I figli di questo mondo, infatti, verso i loro pari sono più scaltri dei figli della luce».
A prima vista questa parabola potrebbe suscitare meraviglia perché l’amministratore infedele viene lodato nonostante il suo atteggiamento furbesco, disonesto ed egoista. Un atteggiamento che, diciamocelo, appartiene anche a tanti che si professano cristiani ma si può fare il furbo con Dio? I
n realtà il Vangelo ci ricorda la nostra responsabilità nei confronti di beni che non ci appartengono perché sono da considerare doni del Signore e quindi vanno trattati con una prudenza e con un’audacia degne dei figli di Dio. Anche se il discorso di Gesù si fa talvolta difficile, la nostra risposta è ancora più impegnativa perché il vero discepolo non può sottrarsi dai suoi doveri verso gli altri e verso il creato.
Ci vuole coraggio sia per confrontarsi con i figli di questo mondo sia per restare figli della luce, ma c’è un modo per non cadere nelle tenebre: considerare i poveri i nostri primi amici. Per Gesù non è furbo chi si serve dei poveri, rendendoli ancora più poveri, ma chi serve i poveri, arricchendo se stesso per il Regno dei cieli.
Buon cammino, insieme.
Fonte: il sito di don Ivan Licinio oppure la sua pagina Facebook oppure il canale Telegram