Ognuno di noi è un dono che Dio Padre fa al Figlio perché il Figlio ci ha aperto le porte della vita eterna cioè il ritorno a questo Padre amoroso. A chi poteva consegnare le sue creature se non al Figlio amatissimo? Forse noi non riflettiamo mai su questa provenienza. Noi siamo nati dall’amore di Dio Padre e siamo un dono per l’umanità redenta dal Figlio suo Gesù.
Chi incontra Gesù profondamente nella sua vita si trasforma in dono per l’umanità, rimane preservato da ogni male, custodito nelle mani e nel cuore di Gesù che gli apre le porte del ritorno al Padre. Una vita consegnata nelle mani di Gesù dal Padre è una vita Santa, una vita riuscita. Il passaggio su questa Terra diventa allora un inno di lode e Gloria alla bellezza e alla maestà di Dio e rimane traccia su questa terra di coloro che vivono secondo questa ottica.
La morte ci ricorda la verità fondamentale: la vita ha senso se è spesa nell’amore, se lasciamo traccia su questa Terra. Questa è la migliore testimonianza che ognuno di noi può lasciare. La morte ci ricorda la verità della nostra vita: chi siamo e come agiamo, il bene che ci abita e il male che ci abita… il bene che facciamo e il male che facciamo. La morte è una livella diceva Totò. Ed è anche la porta di accesso al grande ballo della eternità. È la “festa” per eccellenza.
Che questo giorno ci illumini sul dono che siamo all’umanità, sull’eredità che lasciamo di noi stessi a questa Terra, ai nostri fratelli tutti, sul legame che abbiamo con coloro che abbiamo amato e ci hanno lasciato. Su come ci stiamo preparando alla “grande festa”… È tutto pronto?
A cura di Sr Palmarita Guida della Fraternità Vincenziana Tiberiade