don Gabriele Nanni – Commento al Vangelo del 31 Ottobre 2021

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Il culto d’amore

Amare Dio e il prossimo vale più di tutti gli olocausti e sacrifici: questa affermazione ci indica l’aspetto sacerdotale dell’amore, infatti è il sacerdote che offre culto a Dio per conto del fedele sull’altare, ma l’offerta è del fedele. L’offerta che Dio gradisce di più è quella di se stessi a modello di Gesù eterno sacerdote, il quale una sola volta per tutte offrì se stesso in immolazione sulla croce, a nome di tutti gli uomini, per i peccati di tutta l’umanità.

Il sacrificio di se stessi dunque è di ogni uomo, ognuno è sacerdote, anche se vi sono sacerdoti incaricati di presentare a Dio le offerte dei fedeli, tale divisone di compiti affida un ruolo e un ministero che integra e complementa nella fratellanza quella del popolo di Dio, popolo sacerdotale, in virtù del Battesimo.

Il Battesimo è il lavacro di sangue del sacrificio di Cristo, che ha preso su di sé la nostra umanità e quindi la sacrifica mediante il suo corpo, poiché ha voluto che fossimo parte di lui, parte del suo corpo mistico attraverso la fede in lui.
La fede ci unisce così intimamente a Cristo che siamo una sola cosa con lui, perciò lui Capo ha sacrificato se stesso e noi con lui sulla croce, e ha anticipato per noi la risurrezione che riceveremo alla fine dei tempi.

Dunque in Cristo siamo sacerdoti con lui, ed in lui amiamo il Padre, offriamo noi stessi con Cristo al Padre mentre offriamo a lui il suo sacrificio per la purificazione dei nostri peccati attuali.
L’atto di culto a Dio Padre è dunque perfetto in Cristo, l’amore per la sua volontà è realizzato perfettamente da Gesù e noi, per il fatto di essere una sola cosa con lui compiamo lo stesso atto di culto, lo stesso atto di amore perfetto del Cristo, con lui possiamo recitare il Padre nostro, con il suo Spirito, con la perfezione con cui Cristo prega il Padre.

Con Cristo dunque noi amiamo perfettamente, poiché egli ha voluto che fossimo una sola cosa con lui, come lui è una sola cosa col Padre, perfetti nell’unità.
L’amore che Gesù ha per gli uomini è diventato il nostro stesso amore, poiché in noi scorre il medesimo Spirito di Gesù, l’amore per il Padre che noi abbiamo è quello di Cristo.

Gesù perfeziona quello che in noi manca ora, in attesa che il nostro tutto si realizzi, ovvero la nostra capacità di amare misurata in quanto creature è imperfetta nella misura della nostra imperfezione di amore per Gesù. Egli ci attende mentre riempiamo gli spazi vuoti di amore, perché pieni di egoismo, egli ci purifica durante il cammino sulla terra, compiendo, passo dopo passo, la sostituzione del non amore con il suo amore, l’amore capace di offrire tutto di se stessi al Padre: cuore, anima, mente, forza.

Quando amiamo Dio seguiamo i suoi comandi, la sua volontà, rinunciando alla nostra, agli istinti e alle passioni psichiche, eleviamo la natura animale alla dimensione spirituale, rinunciamo al peccato per essere santi della santità di Dio.
Quando amiamo il prossimo, rendiamo culto a Dio, facendo regnare la sua Legge in noi riguardo i fratelli ed il creato: siamo chiamati a instaurare il suo Regno di amore in modo volontario, intelligente ed obbediente, cioè in consonanza con Dio sul mondo creato e nel mondo degli uomini: questa vocazione è quella alla elevazione da umanità creaturale, fatta di terra, a umanità spirituale immortale; da umanità costituita di animalità e intelligenza deviata dal peccato, a esseri angelici capaci di staccarci dall’orizzonte terreno e dunque capaci di espandere lo Spirito di Dio sulla terra.

Siamo sacerdoti di Dio rispetto alla creazione, siamo sacerdoti capaci di un culto di Amore, siamo sacerdoti capaci di estendere il culto di amore sull’umanità e sul creato: questo amore fa sussistere il mondo.

Dio vi benedica!
Gabriele Nanni

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