1° Lettura
Il Profeta Geremia
la cui attività si svolge in Israele
tra il 626 e il 587 a.C.
è noto per le sue “lamentazioni”
per i suoi scritti caratterizzati
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da espressioni pessimistiche.
In realtà, accanto a pagine pesanti
e dalle tinte oscure… troviamo pure
pagine come quella odierna,
piena di prospettive nuove
e aperte alla speranza.
Geremia fa riferimento ai Ebrei del Nord
deportati a Ninive dagli Assiri nel 750 a.C.
i primi a subire un flagello del genere.
Buona parte della popolazione
del Regno del Nord di Israele
deportata lontana e umiliata,
ritornerà in Patria con gioia;
tra questi ciechi, zoppi e donne incinte…
Tutte persone incapaci di camminare
speditamente;
tuttavia nonostante il loro impedimento
Dio saprà ricondurre in patria una popolazione
pur così mal ridotta.
Questo popolo ripercorrerà nella speranza
la strada del ritorno,
come anni prima aveva percorso prostrato
e in lacrime quella dell’esilio.
Questo esilio e ritorno in Patria
diventa immagine
di tutti coloro che si allontanano da Dio
e dalla retta via, del bene, della giustizia,
della virtù, dell’osservanza della legge…
Dopo aver esperimentato
che lontano da Dio
non si vive meglio e neppure bene… anzi
si rischiano momenti di umiliazione e di dolore.
Nella riflessione e nel pentimento
per il male commesso,
possiamo ritrovare la giusta via,
con l’aiuto di Dio,
la via del bene,
della virtù, dell’osservanza della legge
e della pratica della giustizia.
A ritornare sulla retta via conviene
perché è una strada dritta,
senza ostacoli,
come appunto dice Geremia,
dove non si patisce fame né sete…
Le parole consolanti del Profeta
ci vengono riproposte oggi
per ricordarci che la storia di questi esiliati
è un po’ anche la nostra:
chi si allontana dal bene (da Dio)
fa esperienza del pianto,
mentre il cammino del ritorno,
pur impegnativo e difficoltoso,
è disseminato anche di piccole gioie.
L’immagine delle sorgenti d’acqua
zampillante in pieno deserto
è significativa:
Dio non ci farà mancare
ciò di cui abbiamo bisogno.
E’ sempre questione di fede.
VANGELO
Alcune sottolineature schematiche
ci aiutano a comprendere questa pagina:
1° Si parla di una “grande folla”
che sta seguendo Gesù.
Potrebbe essere anche vero,
stiamo avvicinandoci alla Pasqua
e Gerico dista una trentina di chilometri
da Gerusalemme;
forse la folla numerosa
sta andando a Gerusalemme
per le feste pasquali.
Probabilmente l’accenno alla “grande folla”
potrebbe avere un significato più ideale,
simbolico… che reale o verisimile.
Gesù ha messo in chiaro il suo programma:
– salire a Gerusalemme,
e subire il martirio;
– chi vuole seguirlo sappia che
deve lasciare beni e averi,
mettersi da parte,
per servire gli altri.
La “grande folla” e i discepoli
avranno pensato
che queste prospettive fosche di Gesù
fossero dettate da un momento di sconforto,
mentre in cuor loro erano convinti
che a Gerusalemme sarebbe stato un trionfo
per il Maestro e per loro.
Sappiamo che così non sarà.
Veramente la loro condizione
è simile a quella dei “ciechi”.
2° Marco Evangelista,
a questo punto del cammino verso la Pasqua,
colloca il miracolo del cieco guarito.
Che non è una pagina di cronaca;
ma una allegoria,
un’immagine simbolica
dell’uomo illuminato da Gesù.
Bartimeo rappresenta il popolo Ebreo,
rappresenta anche noi:
è immagine
della persona che non vede la verità…
Solo l’incontro con Gesù
gli apre gli occhi;
e può seguire
la via del bene e della verità.
Es. Se Gesù non ce ne avesse parlato
non avremmo mai pensato che:
– Dio è Trinità,
– è Padre
– perdonare sempre fa bene a me,
– la non violenza e il dialogo risolvono i contrasti,
non i litigi e le guerre;
– condividere quello che ho sul piatto
torna a mio vantaggio;
– la religione è per la mia crescita e realizzazione;
– i beni della terra sono di Dio…
3° La prima condizione per uscire
da una situazione stagnante
e senza prospettive
è renderci conto che abbiamo bisogno
di cambiare, di migliorare,
di una via d’uscita.
Prendere coscienza della nostra incapacità,
che non siamo autosufficienti
e che abbiamo bisogno di aiuto.
Es. se sono nell’indigenza…
mi devo rendere conto che non posso accontentarmi
del “reddito di cittadinanza”,
non posso stare seduto sul divano…
Mi devo dare una mossa…
4° Per Bartimeo le cose cambiano
quando sente passare Gesù…
Forse ne aveva sentito parlare
ma non l’aveva mai incontrato,
o prima non aveva fiducia in Lui…
Ora alza la voce,
chiede aiuto,
non teme la brutta figura in pubblico…
Non gli va più bene fare il cieco…
Vuole vedere, vuole essere salvato…
5° “Molti lo sgridavano per farlo tacere”
Perfino chi sta attorno a Gesù (alla Chiesa)
possono costituire un ostacolo
per incontrare Dio… la fede.
Come ci sono persone che si fanno testimoni
e “facilitatori” per incontrare Dio.
6° Bartimeo, quando sente di essere chiamato,
“balza in piedi,
getta via il mantello,
e corre verso Gesù”
Un cieco non si comporta così…
Ma questi gesti, come descritti da Marco,
hanno un senso simbolico
sono un messaggio teologico:
il mantello:
che era una sicurezza e una ricchezza
non gli interessa più,
E’ il cristiano che con il Battesimo,
getta via il vestito vecchio
e si riveste di un vestito nuovo, bianco…
Il nuovo messaggio di Gesù.
7° “Balza in piedi e va verso Gesù”
Ora, dopo la guarigione,
per Bartimeo inizia una vita nuova
Non è detto che la vita di fede,
non presenti problemi e ostacoli;
ma dobbiamo deciderci
se vogliamo vivere da mendicanti
e protetti da un mantello vecchio
o aprirci a una vita nuova e di luce.
8° “Riacquistò la vista”
Per Bartimeo, poter vedere
è stata la salvezza…
Il segno della salvezza:
“seguire Gesù sulla sua strada”
Conclusione
Camminando per i marciapiedi
della nostra città;
ci imbattiamo continuamente in poveri
che ci chiedono la carità.
Di recente
ho incontrato persone che chiedevano l’elemosina pure camminando
per le viuzze e le calli di Venezia;
non mi era mai capitato di imbattermi
in poveri a Venezia.
La massa dei poveri va aumentando,
nonostante il benessere sociale che godiamo.
Noi non siamo in grado di risolvere
nessun problema di un povero,
che oltre ai problemi economici si porta dentro
vuoti e angosce umane terribili.
Ma allungare un euro…
questo siamo in grado di farlo
e scambiare un “Buon giorno” con lui,
questo lo possiamo fare senza troppo impegnarci
e a quel poveraccio farebbe un gran bene!