Mancanti
Ci manca sempre qualcosa, siamo spesso insoddisfatti, talvolta non sappiamo neanche noi esattamente quello che vogliamo. Siamo creature, siamo limitati, finiti, ci portiamo dentro un vuoto che non può mai essere colmato definitivamente. Questa condizione può trasformarsi in lamento oppure può spingerci a cercare. Alcuni trascorrono la vita arrabbiati per quello che non hanno, altri si limitano a ripetere e ad eseguire quello che gli altri dicono di fare, altri, per fortuna, si mettono a cercare: non è detto che trovino quello che vogliono, ma certamente si sentono vivi perché sono in cammino.
Discernimento
Se questa è la condizione fondamentale della nostra vita, capiamo bene perché il dono da chiedere, come Salomone ha intuito, è quello della prudenza (Sap 7,7). Si tratta di una forma particolare di saggezza. Non consiste infatti nel possedere informazioni, ma nella capacità di valutare quello che abbiamo davanti. È in altre parole il dono del discernimento: posso avere infatti davanti a me anche tante cose buone, ma non tutte forse mi aiutano in questo momento della mia vita.
Limite
La nostra vita terrena non è infinita, per questo abbiamo bisogno di decidere cosa ne vogliamo fare. Anzi, la vera saggezza sta nella capacità di rendersi conto di questo limite: solo quando abbiamo il coraggio di guardare alla possibilità di morire, ci rendiamo conto che abbiamo bisogno di scegliere cosa vogliamo farne del nostro tempo. Per il Salmo 89, la saggezza consiste infatti nella capacità di contare i nostri giorni. Contarli non per spaventarci o lamentarci, ma per prendere in mano il nostro tempo e decidere come impiegarlo. La vita, diceva Seneca, non è breve, ma appare tale solo a chi non sa come impiegarla!
Ascoltare
La fonte di questa sapienza si trova nella Parola di Dio, senza l’ascolto di questa Parola non può esserci né discernimento né vera saggezza. La Lettera agli Ebrei usa l’immagine della spada per indicare l’effetto della Parola: la spada taglia e scende in profondità e questo è il compito proprio del discernimento. Decidere ha infatti la stessa radice di re-cidere, tagliare: scegliamo veramente infatti quando siamo disposti a tagliare con altre possibilità ! La Parola di Dio, dice questo testo, permette di discernere i sentimenti e i pensieri: si tratta infatti di capire da dove vengono quei pensieri che suscitano in noi gioia o tristezza.
Un cammino
Il Vangelo di questa domenica riassume tutti i vari aspetti che abbiamo messo in evidenza finora: Gesù aiuta un uomo a percorre questo cammino di discernimento, ma il protagonista di questo testo, almeno per ora, non riesce a scegliere e infatti se ne va triste. La tristezza è il segno visibile della nostra incapacità di tagliare, di potare il ramo, affinché porti più frutto.
Quest’uomo non ha un nome, viene indicato con un pronome indefinito: un tale, come se non avesse un’identità , non sa bene chi vuole essere. Ha passato la vita a fare quello che gli altri gli hanno suggerito o insegnato. È alla ricerca di consigli. Ha ripetuto o portato avanti meticolosamente quello che si deve fare, quello che fanno tutti. Ha cercato di imitare le persone perbene, coloro che osservano la legge di Dio. Eppure si è scontrato con lo scandalo dell’infelicità : nonostante i suoi sforzi di volontà , nonostante i suoi sacrifici, non è arrivato a essere felice, non ha trovato la vita eterna, cioè la vita piena.
Guardare dentro
Va da Gesù probabilmente per carpire un ulteriore consiglio, forse un segreto, qualcosa in più da eseguire. Si rivolge infatti a Gesù chiamandolo maestro. Di fatto non gli interessa la relazione con Gesù, ma solo la sua saggezza. Mette davanti a Gesù i suoi trofei, le sue ricchezze, i suoi successi, forse anche i suoi sacrifici. Al contrario Gesù gli indica una direzione diversa in cui guardare: Gesù guarda dentro di lui. Il verbo usato da Marco non è infatti un fissare, ma letteralmente un guardare dentro. E nell’interiorità di quest’uomo, Gesù vede probabilmente la fragilità che nasconde, la sua debolezza, ma soprattutto il suo desiderio di essere amato. E guardandolo dentro, Gesù lo ama. È la risposta a quello che cerca. E Gesù lo ama a prescindere, lo ama prima che abbia accettato o meno la proposta che gli farà . È bello pensare che Gesù fa così con tutti noi, ci guarda dentro e ci ama a prescindere dai nostri successi o dai nostri errori.
Verbi
Gesù aiuta quest’uomo a percorrere un cammino di discernimento: gli suggerisce dei verbi che possono trasformare la sua vita e portarlo verso quella felicità che sta cercando. Gesù lo invita a vendere e a dare, cioè a non attaccarsi a quello che ha, a non lasciarsi bloccare dalle sue false sicurezze, lo invita a liberare il cuore, solo così infatti può scoprire quello che desidera veramente. L’altro verbo fondamentale che Gesù gli suggerisce è un invito: seguimi! Gesù gli propone una relazione. Quest’uomo però, come molte volte anche noi, non ha il coraggio di rischiare, preferisce chiudersi nei propri bisogni, si attacca alle sue sicurezze. E proprio per questo motivo non si lascia amare. Se ne va e rimane non solo triste, ma anonimo: solo quando ci lasciamo amare, infatti, ci sentiamo chiamare per nome da qualcuno.
Lasciare veramente
L’incontro di Gesù con quest’uomo diventa però l’occasione anche per i discepoli per svelare quello che si portano nel cuore: Gesù guarda dentro anche loro (il testo usa lo stesso verbo con il quale indicava l’azione di Gesù verso quest’uomo senza nome). Ciò che viene fuori è che in fondo anche i discepoli, cioè anche coloro che stavano già seguendo Gesù, in realtà non hanno mai lasciato veramente quello che possedevano: le loro ragioni, le loro aspettative, le attese, le pretese…Si può seguire Gesù, ma avere il cuore altrove. E per questo, anche come discepoli di Gesù, a volte rimaniamo tristi, perché il cuore è occupato da altro e non ci lasciamo amare fino in fondo. Lasciarsi amare è sempre un rischio, perché occorre fare spazio allo sguardo di un altro.
Il cammino dietro a Gesù è un cammino progressivo di liberazione fino a quando, finalmente, potremo attraversare la cruna dell’ago!  Â
Leggersi dentro
- Se Gesù guardasse dentro di te, cosa vedrebbe?
- Cosa sei chiamato a lasciare per seguire più radicalmente Gesù?
P. Gaetano Piccolo S.I.
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