Con queste parole il Signore ci insegna che uno dei modi che abbiamo noi cristiani di rivolgerci a Dio è la preghiera di supplica. Gesù inizia il suo insegnamento di un uomo importuno al quale un amico finisce col fargli il favore che chiedeva, e non tanto per l’amicizia ma per la sua insistenza.
Forse una delle prime caratteristiche che la nostra richiesta deve avere è la costanza. Non c’è dubbio che l’assiduità nel chiedere ha come conseguenza il dono di Dio. Il Signore, nella sua misericordia, ha voluto unire i suoi doni e le sue grazie alla nostra supplica. Ci assicura che quello che noi chiediamo, Egli ce lo darà.
Quante volte queste parole sono sollievo e conforto per le necessità di tante persone che teniamo presenti nel cuore e nella mente e che richiedono, per un motivo o l’altro, l’aiuto di Dio. Infatti il Signore ci invita a chiedere con fiducia e costanza, sapendo che Egli sta aspettando questa nostra preghiera. La preghiera di supplica si fonda nella bontà di nostro Padre Dio e non nei nostri meriti o nelle nostre virtù. Egli ci darà quello che chiediamo «perché è buono, perché il suo amore è per sempre» (Sal 118, 1).
Possiamo chiedere molte, moltissime cose; però Gesù termina questo passo dicendoci: «quanto più il Padre vostro del cielo darà lo Spirito Santo a quelli che glielo chiedono?». Se chiediamo al Padre di inviarci il suo Spirito, e che sia Lui a colmare il nostro cuore, il nostro modo di vivere può cambiare radicalmente. Chiediamo allo Spirito Santo di riempire il nostro cuore e in tal modo vivremo come figli di Dio; sapremo di essere oggetto di premurosa attenzione, voluti bene e amati da nostro Padre Dio.
Sebastián Puyal
Fonte: La pagina Facebook di “Opus Dei Italia” | Sito Web con tutti i commenti al Vangelo
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