C’è un atteggiamento interiore che ascolta non per capire, ma per non ascoltare! I farisei discutevano e criticavano quello che Gesù diceva, cercavano il motivo per non prenderlo sul serio! Lo sentivano parlare … ma non lo ascoltavano! Quanto è facile cadere nello stesso atteggiamento!
Il contrario sono i bambini: si lasciano stupire, si fidano! Come si fa ad essere bambini?
È la domanda di Nicodemo, vecchio, che si interroga su come può rinascere.
I bambini non sopportano la divisione: litigano, certo, ma si sanno ritrovare e soffrono per l’assenza di qualcuno. Hanno paura di restare soli; cercano l’amicizia, ne hanno bisogno! Il regno di Dio appartiene a chi è come loro, afferma Gesù, rivolgendosi a uomini adulti, convinti di potere fare da soli, tanto da disprezzare i piccoli.
Il Regno di Dio è di chi sceglie di vivere in relazione, in comunione … una sola carne!
A chi è come i piccoli appartiene il regno di Dio.
E quindi chi non è come loro ne resta escluso. Quante energie per cercare di essere autosufficienti, di potere fare a meno, per affermare se stessi, costruendoci in realtà un inferno di solitudine! «Se non diventerete come bambini, non entrerete nel regno dei cieli». Non è un’affermazione sentimentale. È una proposta e un criterio per orientarci nella nostra quotidianità.
Chi non accoglie il regno di Dio come lo accoglie un bambino non entrerà in esso. Come lo accoglie un bambino? Senza riserve. Come un regalo. Abbandonandosi all’amore, senza capire tutto come peraltro non capiamo tutto della vita, ma sicuro di avere trovato quello di cui ha bisogno: l’amore di un Padre che mi ama e mi vuole.
Questo amore così ricevuto, ci dà poi la capacità di scegliere chi e come amare; di scegliere l’altro nella propria vita (secondo il Vangelo l’uomo sua moglie, e viceversa) e di non sentirci condannati alla solitudine.
Loris Piorar SJ
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Fonte: Get up and Walk – il vangelo quotidiano commentato