Arcidiocesi di Pisa – Commento al Vangelo del 26 Settembre 2021

878

Anche in questo brano del Vangelo di Marco, Gesù ribalta la nostra prospettiva. Giovanni viene a comunicare, immagino con un certo orgoglio, di aver vietato a qualcuno che non apparteneva al gruppo di chi seguiva Gesù di scacciare i demoni. Ma Gesù non approva il divieto, perché non è l’appartenenza ad uno specifico gruppo a renderti cristiano: se non ci fosse stata una fede autentica e profonda, non avrebbe potuto operare nessun miracolo nel nome di Gesù.

Come dice san Paolo nella lettera agli Efesini “la diversità è ricchezza, è multiforme grazia dello Spirito” (3, 10): è un richiamo forte a una Chiesa aperta e “policroma”. Tutti noi sperimentiamo la bellezza di condividere la nostra fede all’interno della Chiesa, in un gruppo di riferimento, e magari guardiamo con un minimo di diffidenza chi sta al di fuori. Ecco che Gesù ci rimanda all’essenziale, al cuore del suo messaggio: siamo tutti chiamati a seguire il Vangelo e la Parola di Gesù, ricordandoci che niente e nessuno può impedirci di vivere il Vangelo, se non noi stessi.

Riesco a vivere una fede aperta nella mia comunità, essendo io stesso punto di contatto per chi è più distante o in difficoltà?

Preghiera finale

Tu, Dio, che conosci il nome mio,
fa’ che ascoltando la tua voce
io ricordi dove porta la mia strada
nella vita all’incontro con te.
(canto liturgico)


AUTORE: Michela e Paolo Buti, Cristina e Emanuele Cattin
FONTE: Ascolta e Medita – Centro Pastorale per l’Evangelizzazione e la Catechesi