IMITIAMO LA GENEROSITÀ DI DIO CHE DONA TUTTO
A volte anche gli uomini di Dio cedono alla meschinità e alla gelosia, come Giosuè e poi i discepoli di Gesù, che vorrebbero impedire che i doni di Dio giungano anche ai lontani. Ma Dio è libero nel concedere i suoi doni a chi vuole.
Oggi ricorre la 107a Giornata del migrante e del rifugiato.
L’autore del libro dei Numeri (I Lettura) ci ricorda che solo il Signore è “padrone” dello Spirito, che effonde dove vuole. Noi dobbiamo rallegrarci perché i suoi doni vengono sparsi dappertutto. Non imitiamo la grettezza d’animo di Giosuè, che sollecita Mosè a bloccare l’azione profetica di El-dad e Medad.
Oppure quella dell’apostolo Giovanni (Vangelo) che vorrebbe impedire a un esorcista di compiere il suo ministero, per il semplice fatto che non fa parte del gruppo del Maestro. Gesù fa notare che «chi non è contro di noi è per noi» e ci stimola a essere esigenti con noi stessi per collaborare al progresso della fede degli altri, accogliendo quanti hanno bisogno e vengono a noi nel suo nome.
San Giacomo nella sua Lettera (II Lettura) dà un severo avvertimento ai ricchi che confidano nei loro beni caduchi e maltrattano i dipendenti, privandoli del giusto salario. Ricordiamoci che non possiamo servire Dio e la ricchezza! Colmati dei doni della Parola e del Pane di vita alla mensa eucaristica, non possiamo ammettere l’ingiustizia, ma siamo chiamati a essere dono di Dio per tutti.
don Francesco Dell’Orco
Fonte Edizioni San Paolo
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