don Luigi Maria Epicoco – Commento al Vangelo del 18 Settembre 2021

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AUTORE: don Luigi Maria Epicoco
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FONTE: Amen – La Parola che salva – ABBONATI A 12 MESI (12 NUMERI) A 34,90€


Ci sono delle storie raccontate nel Vangelo che sono di una immensa efficacia. Lo sono innanzitutto perché Gesù aveva la profonda capacità di rendere accessibile anche la cosa più difficile. Poi lo sono anche per l’immaginario che rende immediatamente l’idea di quello che si vuole comunicare. E infine sono efficaci per quell’azione misteriosa e nascosta dello Spirito che rende la Parola di Dio costantemente attuale. Un esempio lampante è proprio quello raccontato nel Vangelo di oggi.

“In quel tempo, poiché una grande folla si radunava e accorreva a lui gente da ogni città, Gesù disse con una parabola: «Il seminatore uscì a seminare il suo seme. Mentre seminava, una parte cadde lungo la strada e fu calpestata, e gli uccelli del cielo la mangiarono. Un’altra parte cadde sulla pietra e, appena germogliata, seccò per mancanza di umidità. Un’altra parte cadde in mezzo ai rovi e i rovi, cresciuti insieme con essa, la soffocarono. Un’altra parte cadde sul terreno buono, germogliò e fruttò cento volte tanto»”.

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La vita spirituale è raccontata tutta in questo brano. Essa infatti consiste nel rendere accogliente quanto più possibile il terreno su cui cade la Parola del Signore. Quando pensiamo alla nostra vita spirituale, ci vengono subito in mente dei virtuosismi di ascesi e delle pratiche di preghiera talmente tanto impegnativi che non riusciremo mai ad attuare.

Ma in realtà la vita spirituale è solo il semplice tentativo di tenere pulita la nostra interiorità dalla superficialità, dai facili entusiasmi, dalle preoccupazioni soffocanti, dalla sfiducia. Facendo questo il resto lo farà il seme stesso. È infatti un’opera di Dio stesso il Suo crescere e fruttificare in noi. Nella vita spirituale non dobbiamo fare nient’altro che permetterGli di fare a Lui.

La vita spirituale è attenzione allo stato puro. È una passività operosa. È lasciare agire la Grazia scegliendo deliberatamente di non intrometterci con la nostra solita mania di tenere sotto controllo tutto.