“Colui al quale si perdona poco, ama poco”
Spesso riteniamo di amare e forse anche tanto i nostri cari. Il criterio che utilizziamo per misurare il nostro amore è quanto facciamo per loro. Diamo loro tanto in termini di tempo, dedizione, attenzione. Ma è davvero sufficiente tutto questo? A volte ci accorgiamo che non basta, percepiamo che amare e sentirsi amati, richiede qualcosa di più.
Gesù sposta sulla capacità di perdonare la misura dell’amore. Chi ama è disponibile al perdono e chi si sente amato, ovvero accettato anche a motivo delle sue fragilità, è disposto ad amare ancora di più, in misura del perdono ricevuto. Da questo si possono ricavare tre punti su cui verificarsi.
- Perdono davvero? Perdonare non vuol dire andare avanti e basta. Tante volte quando i problemi riemergono, ritornano a galla vecchie accuse reciproche. È segno che non si è ancora saputo perdonare.
- So riconoscere il valore del perdono ricevuto? A volte infatti si minimizzano i propri errori e si sottovaluta il costo che il perdono ha per l’altro. Ci si sente quasi in diritto di dover essere perdonati e che i propri sbagli debbano essere compresi o accolti.
- So amare meglio di prima? Vuol dire che anche se si è ricevuto il perdono, si rimane feriti dal dispiacere che si è arrecato all’altro e si cerca in ogni modo di migliorarsi per non farlo soffrire in futuro.
In breve
La misura del tuo amore non dipende da quanto fai per l’altro, ma dal riconoscere quanto lo hai fatto soffrire con i tuoi errori, e dallo sforzo che fai per evitare che in futuro soffra di nuovo a causa tua.
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