Mons. Costantino Di Bruno – Commento al Vangelo del 15 Settembre 2021

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BEATA VERGINE MARIA ADDOLORATA

Gesù allora, vedendo la madre e accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: «Donna, ecco tuo figlio!». Poi disse al discepolo: «Ecco tua madre!». E da quell’ora il discepolo l’accolse con sé.

La sequela è fino in fondo, ma andare fino in fondo costa il sacrificio di noi stessi. Gesù lo aveva detto: molti sono i chiamati, pochi gli eletti. Sono pochi coloro che arrivano fino ai piedi della croce, per vivere il martirio dello spirito assieme a Gesù. Può arrivare sino al Golgota, al luogo del cranio, può assistere Gesù che muore e raccogliere le sue ultime volontà solo colui che ama il Signore. Chi non lo ama, chi non lo ha messo al primo posto nel suo cuore, segue Gesù per un certo tempo, poi se ne allontana, non ce la fa, perché solo l’amore è la forza della sequela e segue Gesù solo chi lo ama più della propria vita.

Gesù, lasciandosi crocifiggere, ha già dato tutto di sé all’uomo. Fra qualche istante riverserà su di lui lo Spirito Santo e per sua opera il Padre suo diventerà anche Padre del Discepolo. Viene con la morte di Gesù dato all’uomo tutto Dio, in una relazione nuova, operata dallo Spirito, che crea l’uomo come nuova creatura, lo crea come figlio del Padre, in Cristo Gesù, nella sua santità. Ma Gesù non ha solo il Padre e lo Spirito Santo e se stesso da donare al suo discepolo. Possiede anche un bene grandissimo, il più alto bene, che gli viene dalla sua incarnazione: la Madre sua, che per Gesù, è un bene uguale al Padre, pur nella differenza di divinità che separa i due beni. Il Padre è Dio e gli ha dato la vita come Dio, ha ricevuto da lui per generazione la personalità divina. Dio è il sommo bene per lui, su di lui deve riversare tutto il suo amore. Anche la Madre ha dato a lui la vita per generazione. La sua natura umana viene da Maria. Pur venendo da Maria la sua natura umana, da Lei non è nata la natura umana, è nata la Persona divina. Maria è vera Madre della Persona divina – come Dio è vero Padre della Persona divina –  anche se in ragione della sua umanità. Da Maria è nata la Persona divina nella sua umanità ed è per questo che ella a giusto titolo è detta Madre di Dio. Questo bene così prezioso Gesù ancora non lo ha dato a nessuno. A chi può darlo se non al discepolo che egli ama? Ma come può darlo al discepolo, se questi non viene costituito figlio di Maria? Prima Gesù costituisce sua Madre, Madre del Discepolo. Dobbiamo anche chiederci il perché di questa priorità. Prima viene la Madre. È la Madre che genera il Figlio. Se la Madre non genera, il figlio non esiste. Gesù dona una priorità che è poi nell’ordine naturale delle cose, che diviene anche ordine soprannaturale. Avendola Gesù costituita Madre del discepolo, conferisce alla Madre sua una maternità universale che ella dovrà vivere per tutto il tempo della storia e dovrà conservare per l’eternità beata, poiché nella storia e per l’eternità Maria dovrà essere madre di Gesù e madre del discepolo che Gesù ama. Ci troviamo dinanzi al mistero della maternità mistica di Maria. Ella che aveva generato fisicamente Gesù, in Gesù deve ora generare misticamente, per un mistero di grazia, ogni discepolo di Gesù. Come ogni discepolo di Gesù attraverso le acque del battesimo diviene un solo corpo con Gesù, diviene per opera dello Spirito Santo, figlio di Maria.

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Questo il grande dono che Gesù fa dall’alto della croce alla Madre sua. Maria così diviene Madre del Corpo mistico di Gesù, che è la sua Chiesa, ed è Madre vera del discepolo, perché il discepolo è membro vero di quel corpo che fisicamente è nato da Maria per opera dello Spirito Santo, che lo ha concepito nel suo seno verginale. Non può esserci retta confessione sulla Persona di Gesù, che non sia confessione della divina maternità di Maria. Ma anche non ci può essere confessione retta sul corpo di Gesù, che non sia confessione della maternità spirituale e mistica di Maria verso ogni discepolo del Signore. Gesù l’ha costituita Madre del discepolo. Ha dichiarato dall’alto della croce che il discepolo che Gesù amava è il figlio di Maria, vero, reale figlio, anche se non fisicamente figlio, poiché il concepimento non è avvenuto nel suo seno ma nel suo spirito, sempre per opera dello Spirito Santo, nelle acque del battesimo.

LEGGIAMO IL TESTO DI Gv 19,25-27

Stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre, Maria madre di Clèopa e Maria di Màgdala. Gesù allora, vedendo la madre e accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: «Donna, ecco tuo figlio!». Poi disse al discepolo: «Ecco tua madre!». E da quell’ora il discepolo l’accolse con sé.

Presso la croce viene costituita una relazione di reciprocità. Maria è data come Madre al discepolo che Gesù amava e il discepolo che Gesù amava viene dato a Maria come suo figlio. Donna, ecco tuo figlio! Figlio, ecco tua Madre! È necessario che vi sia questa reciprocità di figliolanza e di maternità, non basta che la madre generi, è necessario che il Figlio senta di essere generato dalla Madre. Non solo lo senta, lo sappia, perché dalla conoscenza della sua vera Madre nasca nel suo cuore quel rapporto di amore, di fiducia, di abbandono, di consegna. Senza questa scienza e conoscenza mai il discepolo avrebbe potuto consegnarsi a Maria, sarebbe stato un rapporto da Maria verso il discepolo, ma non dal discepolo verso Maria. Invece il rapporto deve essere reciproco: da Maria verso il discepolo e dal discepolo verso Maria, da vera Madre e da vero figlio.

L’amore del discepolo di Gesù verso la Madre sua è amore filiale, che deve essere rispetto, fiducia, abbandono, consegna, lode, benedizione, ringraziamento, onore, canto del cuore, desiderio di comunione e di vicinanza, volontà di essere sempre assieme a lei in questa vita e nel regno dei cieli. Da questa duplice relazione, ascendente e discendente, dalla Madre verso il Figlio e dal Figlio verso la Madre, nasce la Pietà Mariana, che non può essere solo pia pratica religiosa, ma vero amore. L’amore è custodia della volontà di Gesù, che è anche volontà di Maria, desiderio che il discepolo compia tutta la volontà di Dio contenuta nella Parola di Gesù. Nasce quel culto verso la Madre del discepolo, oltre che Madre di Gesù, che ha contrassegnato tutta la storia della Chiesa di Gesù, dove veramente Maria è vista e pensata come la Madre del discepolo.

E tuttavia non è sufficiente che Gesù l’abbia data al discepolo come Madre, una madre si accoglie, si riconosce, si confessa privatamente e pubblicamente come la propria Madre. È quello che fa il discepolo, il quale la prende nella sua casa, l’accoglie nel suo cuore; riceve e costituisce il bene prezioso che Gesù gli ha lasciato come testamento dall’alto della croce. Ormai ci sarà una sola unità di Madre e di Figlio; qualora questa unità dovesse essere disciolta, abbandonata, sarebbe anche la fine del discepolo, il quale ormai esiste non nella relazione tra Gesù e lui, ma nella relazione tra sua Madre e lui. Gesù salendo al cielo ha voluto che la relazione con lui passasse attraverso la relazione con la Madre sua e che tra il discepolo e sua Madre vi fosse la stessa relazione che vi è tra lui e la Madre; la sua è una relazione di Madre-figlio. Il discepolo di Gesù esiste in questa relazione di Madre-figlio e fuori di questa relazione non c’è relazione con Gesù, perché se la relazione sua è quell’esistenza di Madre e di Figlio, nessuna altra relazione potrà essere vera con lui, se non in questa relazione dettata dall’Alto della croce e che vuole che Madre e Figlio siano un’unità inscindibile, inseparabile per i secoli eterni.

Come per Cristo la doppia nascita pone il suo spirito in una stessa intensità di amore per il Padre suo celeste e per la Madre sua terrena; così il discepolo deve sempre vivere una sola intensità di amore, nello Spirito Santo, sia per il Padre suo che per la Madre sua celeste. C’è un unico amore, anche se orientato per il Padre e per la Madre; se c’è un unico amore, questo amore deve rimanere indiviso per tutta l’eternità. Volerlo dividere è come distruggerlo, è dichiarare non amore l’amore verso il Padre. Non sarà mai possibile amare il Padre di un amore vero se non si ama la Madre di un amore vero, perché è un unico concepimento, un’unica nascita, una sola vita in Cristo Gesù. Madre del discepolo che Gesù amava, aiutaci. Vogliamo vivere da veri tuoi figli oggi e per sempre.

Fonte@MonsDiBruno

Nota: Questo commento al Vangelo è gratuito pertanto l’autore non autorizza un fine diverso dalla gratuità.