don Pasquale Giordano – Commento al Vangelo del 14 Settembre 2021

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Commento a cura di don Pasquale Giordano
FonteMater Ecclesiae Bernalda
La parrocchia Mater Ecclesiae è stata fondata il 2 luglio 1968 dall’Arcivescovo Mons. Giacomo Palombella, che morirà ad Acquaviva delle Fonti, suo paese natale, nel gennaio 1977, ormai dimissionario per superati limiti di età… [Continua sul sito]

In principio è la Croce

Guardando il nome di questa festa spontaneamente ci chiederemmo il motivo per cui celebrare la croce. Da sempre essa è associata alla morte, ovvero alla conclusione della vita e questo nel modo più vergognoso e ignobile. In realtà non esaltiamo la croce quale simbolo religioso o ideologico, ma la croce di Cristo, quella sulla quale ha manifestato quanto grande sia l’amore di Dio per l’uomo. Ciò che per l’uomo è segno della fine di ogni cosa Gesù ne ha fatto il principio della nuova creazione.

La croce è l’ultimo sigillo tolto dal libro della vita sicché ogni uomo può conoscere la verità e sperimentarla. La verità è l’amore di Dio che è all’origine di ogni cosa. Proprio perché è il principio esso è gratuito e libero. Dio non ci ama perché ce lo meritiamo e non ci rende felici perché ci ricompensa per i sacrifici compiuti per fare il bene; Egli ci ama perché possiamo essere veramente salvi. La salvezza la sperimentiamo non solamente quando, feriti mortalmente dal peccato ne riconosciamo la drammatica gravità e chiediamo aiuto per essere liberati dalla colpa, ma quando il nostro cuore si apre ad accogliere la misericordia di Dio che lo cambia dandogli la forma di quello suo. Nella misura in cui la croce diventa stile di vita l’uomo impara ad essere veramente libero.

La croce è l’inizio della via della libertà che è a senso unico e non ammette la possibilità di tornare indietro. Su questa via si può solo progredire. Se ci si ferma si viene risucchiati nuovamente nella logica del peccato che rende schiavi. La libertà che Dio ci dona è quella che si concretizza quando scegliamo di fare della nostra vita un dono gratuito e incondizionato. Questo è l’amore che genera vita.

Signore Gesù, vincitore del peccato e della morte, Tu che ti sei fatto maledizione perché noi fossimo liberati da ogni forma di schiavitù per diventare figli di Dio, abbi misericordia di noi fratelli tuoi. Innalza davanti ad ogni uomo il segno dell’amore di Dio che non ha risparmiato suo Figlio ma lo ha dato a tutti noi affinché potessimo ricevere in dono la vita eterna. Tu sei il principio della creazione e di ogni nuova creatura redenta dal tuo sangue e santificata dallo Spirito.

Insegnaci ad umiliarci davanti alla gloria di Dio che abita nei più piccoli e, soprattutto, nelle membra dolorati e ferite del suo corpo mistico, la Chiesa. Donaci la grazia d’imparare ad amare con la stessa fedeltà, libertà e gioia con le quali il Padre ci ama e ci perdona.