Il messaggio di Gesù sembra piuttosto semplice. Se non vogliamo rischiare di incorrere nella nostra distruzione, è importante ascoltare e mettere in pratica le sue parole. Dal nostro cuore traboccherà così un buon tesoro e il nostro sarà coerentemente un buon frutto.
Ma come si traduce questo nella nostra vita?
Ascoltare. La parola di Gesù è la parola di salvezza. Va oltre il ciò che troviamo scritto, prende vita attraverso la nostra carne, cresce man mano che la ascoltiamo. Se teniamo l’orecchio del nostro cuore aperto, possiamo renderci conto di come, nella vita quotidiana, questa parola venga a trovarci continuamente. La consapevolezza è il requisito di base. Il discernimento è l’arte di riconoscerla.
Allineamento di valori e azioni. Non si può vendemmiare uva da un rovo. Se desidero l’uva, dovrò coltivare una vite. Solo quando le nostre azioni sono allineate ai nostri desideri profondi, sono in grado di produrre il frutto che desideriamo.
Talvolta giudichiamo alcuni desideri o alcune azioni come sconvenienti o perfino sbagliate. Allora cerchiamo di realizzare desideri e azioni che la società ci fa ritenere migliori. In questo modo non diamo importanza a ciò che per noi è di valore, e le nostre azioni non sono in grado di far fruttare il tesoro che sopprimiamo in noi. L’insoddisfazione che ne deriva è quella che ci porta al “Signore, Signore”, pronunciato a volte in maniera vittimistica, altre volte con rabbia e aggressività.
Gesù oggi ci chiama alla nostra autenticità, che passa per la consapevolezza di ciò che viviamo, per l’ascolto di ciò che parla in noi e per le azioni che sono in grado di far fruttare il tesoro che ci è stato affidato.
Ettore Di Micco
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Fonte: Get up and Walk – il vangelo quotidiano commentato