Una forza che guariva tutti
Il gruppo dei Dodici diventa costituito come Collegio Apostolico, non sono solo discepoli, ma hanno un ruolo preciso, un’identità personale ed un legame fra loro.
Esso è strettamente legato a Gesù Cristo, che non è più solo il Maestro, ma è il fondamento costitutivo del loro esistere come Collegio, del loro essere Apostoli, cioè inviati da Cristo, essi posseggono un’autorità ed un compito che rimane unico e fondante per l’intera Chiesa universale che da loro inizia, per volere di Cristo
Il legame tra loro è voluto da Gesù, e passa per il legame personale di ognuno di loro con il loro Capo, ricevono con l’essere Apostoli una missione di continuazione dell’opera di Cristo in unione con lui.
Già prima della risurrezione e ascensione i Dodici operano fisicamente con Cristo, sono istruiti ed inviati, hanno già dei poteri spirituali che li contraddistinguono come ambasciatori del Cristo stesso.
Possono predicare il Regno e Cristo, possono cacciare i demoni, possono fare quello che egli fa, nel suo Nome, con la sua autorità, perché sono stati investiti di questo potere, i Dodici sono il fondamento della Chiesa visibile ed invisibile, per il volere di Cristo e lo rimangono per sempre.
I Dodici Apostoli sono i capostipiti delle nuove tribù di Israele; dai Dodici derivano le famiglie dei credenti.
Ma il gruppo comprende anche Giuda Iscariota, il traditore: “Gesù infatti sapeva fin da principio chi erano quelli che non credevano e chi era colui che lo avrebbe tradito.” (Gv 6,64).
Rimane misterioso il perché di questa presenza, di Giuda costituito al vertice della Chiesa da Cristo, pur conoscendo il suo cuore e quello che avrebbe fatto.
Il mistero del male infatti è intrecciato con la storia dell’umanità e si insinua anche nella Chiesa che è mistero di salvezza. Questa cosa è permessa da Gesù Cristo e si può pensare che il gruppo apostolico originario sia stato marcato in tale modo negativo per dare a noi nel tempo l’avvertimento contro lo scandalo del clero di ogni grado che tradisce Gesù e la Chiesa.
Sempre è possibile che entro la Chiesa vi siano dei Giuda, non solo dei deboli o peccatori, ma dei veri traditori con malizia. Non è bello constatare il peccato nel clero, ma sappiamo che il percorso di conversione è il cammino che porta tutti alla salvezza per la misericordia di Gesù; ma il tradimento è un’altra cosa, poiché presuppone non la debolezza, ma l’ipocrisia e la volontà di nuocere dall’interno per devastare la Chiesa.
In questo caso non c’è solo il pericolo di scandalo, ma la rovina stessa dell’Istituto della Chiesa, la demolizione delle sue mura, la devastazione operata dall’interno per aiutare i nemici esterni.
Ma se Gesù sapeva e previde e lasciò questa possibilità lo fece per aiutare a credere che la sua vittoria personale è trasmessa alla Chiesa intera, infatti dopo la sua ascesa al Cielo il Collegio Apostolico, con lo Spirito Santo elesse Mattia che doveva sostituire il traditore.
L’interezza della Chiesa è ricostituita e rimane in eterno a fondamento e prova della forza vittoriosa del Cristo, che consegnato alla morte da Giuda la supera ed entra nella risurrezione.
Se il Cristo è risorto, nessun nemico prevale su di lui e la vittoria è certa anche per noi, che siamo nella prova.
Se tutto questo è, non possiamo temere né i Giuda del passato né quelli del presente, lo scandalo non uccide il nostro cuore, ma portiamo il dolore di Cristo.
Le porte degli inferi non prevarranno e noi siamo già vittoriosi se rimaniamo uniti a Cristo nella bufera dei tempi, della nostra croce, che è le stessa di Gesù, e con lui riusciremo a passare l’ora buia della prova per risalire nella luce di gloria.
Dopo questa bufera della Chiesa, la sua passione che ripete quella di Cristo, dopo che i Giuda avranno fatto quello che intendevano, tutto passerà con la risurrezione della Chiesa e i suoi sacerdoti saranno integri come lo fu il nuovo collegio Apostolico dopo la Pentecoste.
Dio vi benedica!
Gabriele Nanni
Fonte: YOUTUBE | SPREAKER