Siamo in una delle prime uscite pubbliche di Gesù, egli scende dalla sua Nazareth (dove le cose non erano andate tanto bene!) e va… in città! Il provinciale si affaccia sui luoghi dove scorre la vita, si fanno affari, commerci, c’è anche una bella sinagoga per il culto, il sabato.
Luoghi e tempi per il lavoro e per lo spirito. Gesù si trova proprio in questo luogo e in questo tempo, in entrambi porterà scompiglio, che poi significa cambiamento di ciò che rischia di perdere il suo senso e renderci schiavi, noiosamente legati alla ripetizione dell’identico, nel lavoro come nel culto!
Gesù ha appena iniziato a parlare, ma è più che sufficiente per lo “spirito impuro”, presente anche lui in quel luogo e in quel tempo che pure dovrebbero essere liberi, dedicati a Dio! È proprio questo spirito che mette nel cuore – anche di chi frequenta la sinagoga – il dubbio che Gesù sia un ostacolo, uno che ci rovina, che se gli vai dietro non sarai più padrone del tuo tempo né del tuo spazio, Lui occuperà tutto! Ma non è così, anzi, finalmente non sarai più schiavo del tuo tempo (chissà perché non abbiamo mai tempo abbastanza!) né il tuo spazio sarà sempre tutto occupato… se ci penso: altro che essere libero, sono schiavo!
Ecco perché Gesù lo mette a tacere! Perché questa è la grande bugia, è il diavolo che ci vuol “dividere” da noi stessi e dalla possibilità di umanizzare la nostra vita (fatta di tempo e spazio). Il primo grande servizio che Gesù fa per noi è liberarci dalla parola falsa e metterci in condizione di ascoltare la parola vera, che ci fa essere ciò che già siamo ma che, purtroppo, abbiamo dimenticato.
Il Signore con la sua parola autorevole e amorevole libera il tempo e lo spazio perché, con il nostro contributo, diventino davvero “sacri”: spazio interiore ed esteriore accogliente verso l’altro; tempo dedicato a questo incontro, con l’altro, con la Parola, in semplice creatività; un cuore ospitale, cioè più libero e umano.
Buona giornata.
Stefano Titta SJ
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Fonte: Get up and Walk – il vangelo quotidiano commentato