C’è un dentro e c’è un fuori. Normalmente siamo tutti particolarmente attenti al “fuori”, a come ci presentiamo, come veniamo considerati, come siamo giudicati.
Non soltanto dal punto di vista estetico (ed è bene coltivare anche il proprio aspetto fisico senza che questa cosa diventi un’ossessione), ma anche dal punto di vista etico, morale: siamo appesi al giudizio delle persone, sempre spaventati dal prendere un voto negativo.
Solo che, troppe volte, il “fuori” è apparenza senza sostanza, soprattutto nelle cose riguardanti Dio e la fede. Come se Dio, in verità, non ci fosse, come se non vedesse, come se non conoscesse ogni nostro più recondito ambito, ogni nostra sfumatura. Il Dio che Gesù è venuto a raccontare non sopporta le belle mascherine, non sa che farsene delle false immagini di noi stessi.
Preferisce peccatori onesti a santi ipocriti.
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