Commento a cura di don Pasquale Giordano
La parrocchia Mater Ecclesiae è stata fondata il 2 luglio 1968 dall’Arcivescovo Mons. Giacomo Palombella, che morirà ad Acquaviva delle Fonti, suo paese natale, nel gennaio 1977, ormai dimissionario per superati limiti di età… [Continua sul sito]
Fiamme di Carità nel buio della ragione
La Chiesa oggi celebra una grande santa, martirizzata nei campi di concentramento per il fatto di essere ebrea anche se era diventata cristiana e si era consacrata diventando monaca carmelitana. Ella è presentata come modello di vergine sapiente perché, in un frangente storico molto buio, come furono gli anni del nazional-socialismo in Germania e dei totalitarismi nel resto dell’Europa occidentale e orientale, lei seppe mantenere accesa la lampada della fede fino al momento nel quale andò incontro al suo Sposo, Gesù, partecipando con Lui intimamente alla morte e alla risurrezione.
Mentre molti, pur dicendosi cristiani, si erano lasciati attirare nella trappola di ragionamenti nazionalistici che alimentavano paure e diffidenze, altri invece avevano custodito integra la fede pagando anche di persona la fedeltà al Vangelo della carità fino a diventarne martiri. Accanto ad alcuni, paragonabili alle vergini stolte, ostentavano segni cristiani ma in un contesto di riti pagani del culto personalità del leader, altri, ripresentazione delle vergini sagge, annunciavano il Vangelo della croce scritto nella loro carne e lo proclamavano con i gesti feriali e silenziosi ispirati alla retta giustizia e alla misericordia. Le ordinarie opere di misericordia sono i piccoli vasi in cui custodire l’olio che alimenta la fiamma della fede tale che i nostri occhi possano riconoscere il Signore che viene soprattutto nelle persone più povere.
La saggezza delle vergini, come santa Teresa Benedetta della Croce, consiste nel mettere a servizio della Luce l’olio delle facoltà umane che accresciamo con il nostro lavoro quotidiano.
La stoltezza o la saggezza di una persona non risiede nel grado d’intelligenza speculativa o nella capacità di comprensione di nozioni, nel modo con cui si prepara a vivere l’incontro decisivo della propria vita. Tutti sappiamo che moriremo e speriamo che quel momento coincida con l’ingresso nella vita eterna, tuttavia accade che non tutti si preparino adeguatamente a questo evento ma, pur sapendo qual è l’obbiettivo, si perdono per strada.
Credere nella vita eterna non significa pronunciare semplicemente un articolo del credo che accenna ad una forma di vita dopo la morte. I saggi sono quelli che coltivano ogni giorno il desiderio dell’incontro personale con Gesù, che è la vita eterna, nella preghiera e nelle opere di misericordia. Ogni qualvolta incrociamo la vita di un piccolo e ci fermiamo con lui condividendo quello che siamo, oltre che quello che abbiamo, frammenti di luce illuminano anche le tenebre della stanchezza e della paura, fino all’ora, che nessuno di noi sa, in cui verrà lo sposo e saranno spalancate per noi le porte del paradiso.
Signore Gesù, Sposo che vieni per donarti a noi e aprirci le porte del Cielo dove celebrare la festa per sempre insieme a Te, donami la sapienza di preparare il mio cuore, purificato dalla pigrizia, per renderlo sempre vigile e pronto ad accoglierti nei fratelli che ogni giorno incontro sul mio cammino. Nelle prove della vita, quando calano le tenebre dell’ingiustizia, fa che brilli in questo mondo come luce di speranza. Il fuoco del tuo Spirito consumi pure l’olio della carità che Tu stesso mi ha donato perché i miei carismi siano messi a servizio del bene comune e la tua bontà splenda sul volto dei fratelli.