Venerdì Santo – Il venerdì del coraggio

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Questa è una
rielaborazione sulle letture della Messa di: VENERDI’ 21 MARZO 2008 a cura
di Antonio Di Lieto
Il titolo della Messa, che unifica
tutte le letture, secondo me è: Il Venerdì del coraggio

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PRIMA LETTURA (Isaia 52,13-53,12)
Dice il
profeta Isaia: “Il Servo del Signore verrà premiato: perché ha affrontato la
sofferenza con CORAGGIO. Se disprezzato, resiste: se maltrattato, tiene duro.
Soffre, ma non getta la spugna. Nei momenti difficili sa stringere i denti: ed è
disposto anche a pagare per le colpe degli altri. Ed anche se viene ucciso, il
Signore non lo abbandona. Dio gli darà tanta felicità: perchè ha avuto grande
CORAGGIO!”.

SALMO RESPONSORIALE (Salmo
30,2.6.12-13.15-17.25)

Mio Signore, io metto la mia vita nelle
Tue mani: so che non resterò deluso. Tutti hanno schifo di me, amici e nemici:
mi trattano come un rifiuto da gettare. Ti prego Signore, liberami dalla morsa
dei miei persecutori. Tu che sei buono, salvami: fammi sentire la gioia della
tua presenza. Rendi forte il mio cuore: e fammi riacquistare
CORAGGIO!

SECONDA LETTURA (dalla lettera agli Ebrei
4,14-16;5,7-9)

Carissimi fratelli, non SCORAGGIATEVI: perché
abbiamo un sommo sacerdote buono, Gesù Figlio di Dio, che dal cielo ci aiuta.
Lui è un sommo sacerdote che sa compatirci, perchè ha vissuto le nostre stesse
infermità, fuorché il peccato. Ha sofferto come noi, offrendo preghiere e
suppliche al Signore: per questo Dio l’ha portato nel suo regno di felicità.
Essendo Figlio di Dio poteva anche evitare la morte, ma per salvarci l’ha
accettata: con grande CORAGGIO!

VANGELO DELLA PASSIONE (Giovanni 18,1 –
19,42)

Era la notte tra giovedì e VENERDI’. Dopo l’ultima cena Gesù
andò con i suoi discepoli in un giardino, al di là del torrente Cèdron.
All’improvviso arrivò Giuda con i soldati fornitigli dai sommi sacerdoti: armati
dalla testa ai piedi.

Gesù lì vide ma non si tirò indietro, anzi facendosi avanti
esclamò: “Chi state cercando?”. Quelli risposero: “Gesù di Nazareth”. E Lui
senza paura: “Eccomi, sono io!”. Quelli indietreggiarono e quasi caddero a
terra, intimoriti da tanto CORAGGIO. Allora Gesù facendosi avanti chiese di
nuovo: “Insomma, chi cercate?”. E quelli: “Gesù di Nazareth”. E Lui: “Vi ho
detto che sono io: prendete me e lasciate stare gli altri!”.

Ad un tratto Pietro tirò fuori una spada e colpì Màlco, il
servo del sommo sacerdote, tagliandogli l’orecchio destro. Ma Gesù lo sgridò
dicendo: “Fermati! Alla violenza non si risponde con la violenza! Io devo fare
con CORAGGIO la volontà di mio Padre …”. E si lasciò prendere. Le guardie lo
afferrarono, lo legarono, e lo condussero da Anna, il suocero del sommo
sacerdote Càifa (quello che aveva detto: “E’ meglio che un uomo solo muoia per
il popolo!”).

Pietro e Giovanni intanto Lo seguivano. Giovanni era
conosciuto nella casa del sommo sacerdote e potè entrare nel cortile. Poi parlò
con la portinaia, che aprì la porta e fece entrare anche Pietro. La giovane
portinaia chiese a Pietro: “Sei anche tu un Suo discepolo?”. E Pietro per paura,
rispose di no. Intanto le guardie avevano acceso un fuoco, perché faceva freddo:
e Pietro si sedette con loro, al calduccio.

Intanto il sommo sacerdote interrogava Gesù con arroganza,
facendogli domande sulla sua dottrina. Ma Lui senza paura diceva: “Io ho sempre
insegnato nelle sinagoghe e nel tempio: pubblicamente davanti a tutti. Perché
chiedete a me della mia dottrina, come se io l’avessi nascosta? Basta chiedere a
chi mi ha ascoltato!”. Allora una guardia gli diede uno schiaffo, dicendo con
disprezzo: “Così si risponde al sommo sacerdote?”. Ma Gesù con calma disse: “Se
ho detto una cosa sbagliata, dimostramelo: ma se ho detto la verità, perché mi
prendi a schiaffi?”. Aveva davvero un grande CORAGGIO.

Così Anna lo mandò da suo genero, il sommo sacerdote Càifa.
Intanto Pietro stava ancora con le guardie vicino al fuoco. Alcuni servi gli
chiesero di nuovo: “Ma tu non sei un Suo discepolo?”. E lui disse. “No, non lo
sono”. Ed anche un servo parente di quello a cui Pietro aveva tagliato
l’orecchio, osservò: “Eppure a me sembra di averti visto nel giardino!”. Ma
Pietrò negò di nuovo, e subito cantò il gallo dell’alba: la sera prima aveva
giurato fedeltà eterna a Cristo, ma già al mattino si era vergognato di Lui tre
volte.

Era l’alba di VENERDI’. Portarono Gesù a casa di Càifa, che
ordinò di condurlo nella caserma di Ponzio Pilato: il governatore romano. Non
potevano però entrare dentro, perché la caserma era un luogo pagano ed avrebbero
commesso un peccato gravissimo. Allora fu Pilato a dover uscire fuori. E chiese
loro: “Che ha fatto quest’uomo?”. E quelli: “E’ un delinquente, altrimenti non
te lo avremmo portato!”. Allora Pilato disse: “Giudicatelo voi!”. E quelli: “Ma
solo a te è consentito ordinare la crocifissione!”.

Allora Pilato fece entrare Gesù nella caserma e gli chiese:
“E’ vero che sei il re degli ebrei? E che vorresti cacciare via noi romani?”.
Gesù osservò: “Sei tu che pensi questo, o te lo ha riferito qualcuno?”. E
Pilato: “Mica sono ebreo io: me lo hanno riferito i sommi sacerdoti, quando ti
hanno portato qui”. Allora Gesù disse con estrema chiarezza: “Io sono un re, ma
il mio regno non si trova su questa terra. Se fossi stato un re di questo mondo,
non credi che avrei ordinato ai miei discepoli di difendermi con le
armi?”.

Ma Pilato esclamò spazientito: “Insomma? Sei o non sei un
re?”. E Gesù concluse: “E’ come hai detto: sono un re, ma non sono un pericolo
per Roma. Perchè fingi di non vedere la verità?”. Allora Pilato osservò: “La
verità, la verità: chi mai può sapere dove sta la verità?”. E Gesù: “Io sono la
Verità. Per questo sono venuto nel mondo: per portarvi la Verità. E chi cerca
veramente la Verità, ascolta la mia voce”.

Pilato allora uscì fuori e disse alla gente: “Io non trovo in
quest’uomo nessuna colpa. E’ usanza per la Pasqua liberare un carcerato:
quest’anno vi libererò Gesù, il vostro re!”. Ma quelli gridavano: “No, libera
Barabba!”. (Barabba era un criminale che aveva commesso una strage, proprio di
romani!). Pilato allora fece entrare Gesù in caserma: e lo fece frustare a
sangue. Poi per prenderlo in giro, i soldati gli misero una corona di spine ed
un mantello da re. E con spietata ironia, dandogli schiaffi gli dicevano:
“Salve, re degli ebrei!”.

Poi Pilato uscì fuori e disse: “Io lo rilascio: perché in lui
non trovo nessuna colpa!”. Allora Gesù uscì fuori tutto sanguinante, con addosso
la corona di spine e il mantello da re. E Pilato disse di nuovo: “Ecco, vi
rilascio quest’uomo!”. Ma i sommi sacerdoti e le guardie gridarono:
“Crocifiggilo! Crocifiggilo!!”. Pilato allora disse: “Prendetelo voi e
crocifiggetelo voi: io non trovo in lui nessuna colpa!”. E la folla inferocita:
“Secondo la nostra legge quest’uomo deve morire, perché dice di essere il Figlio
di Dio!”.

Pilato allora si spaventò ed entrato dentro con Gesù gli
chiese: “Ma sei davvero il Figlio di Dio?”. Ma Gesù non rispondeva. Allora
Pilato arrabbiato disse: “Perchè non parli? Lo vuoi capire che io ho il potere
di metterti in croce?”. Ma Gesù con CORAGGIO rispose: “Tu non avresti nessun
potere su di me, se Dio non l’avesse permesso. Chi mi ha portato a te comunque
ha una colpa più grande della tua!”. E da quel momento Pilato, sembrava deciso a
liberarlo. La gente però gridava: “Se lo liberi, non sei un servitore di Cesare!
Perché costui vuole diventare il nostro re: e prendere il posto di voi romani!”.

Era VENERDI, verso mezzogiorno. Allora Pilato fece portare
Gesù di nuovo fuori, e seduto sulla sedia del tribunale sentenziò: “Ecco, vi
rilascio il vostro re!”. Ma quelli gridavano: “No, no, crocifiggilo!”. Allora
Pilato disse: “Devo mettere in croce il vostro re?”. I sommi sacerdoti
risposero: “Noi abbiamo solo un re: Cesare!”. Allora Pilato cedette: e decise di
accontentarli. Pur conoscendo la verità, non ebbe il CORAGGIO di
difenderla.

Così gli misero la croce sulle spalle e lo trascinarono verso
il Golgota, la collinetta dove avvenivano le crocifissioni. Lo crocifissero in
mezzo a due ladroni: come il peggiore dei delinquenti!

Pilato scrisse su un cartello “Gesù di Nazareth, il re degli
ebrei”: e lo fece affiggere sulla croce come motivo della sua condanna. Molti
passanti leggevano quest’iscrizione (che era scritta in ebraico, latino e
greco), per cui i sommi sacerdoti suggerirono a Pilato: “Non scrivere ‘Il re
degli ebrei’, scrivi piuttosto ‘DICE DI ESSERE il re degli ebrei!”. Ma Pilato
rispose. “Ormai quello che ho scritto ho scritto!”. Senza saperlo aveva scritto
la verità: proprio quella che non aveva avuto il CORAGGIO di difendere!

I soldati presero i vestiti di Gesù e li divisero in quattro
parti: una per ogni soldato. La tunica invece per non strapparla se la giocarono
a sorte. Così si adempiva la scrittura: “Si sono divise le mie vesti: si sono
giocati a sorte la mia tunica!”. Gesù abbassò gli occhi e vide, sotto la croce,
sua madre Maria, Maria di Cleofa, Maria Maddalena ed il suo discepolo Giovanni.
Allora disse: “Ti prego mamma, d’ora in poi prenditi cura di Giovanni. E tu
Giovanni, prenditi cura di mia mamma!”. E da quel momento Giovanni prese Maria
nella sua casa.

Poi chiese acqua e gli diedero aceto: fu l’ultimo calice amaro
che bevve. Poco dopo infatti disse: “Finalmente è finita!”. Abbassò il capo e
morì: con grande CORAGGIO.

Con il tramonto si entrava nel sabato, ed i corpi poi non
potevano più essere rimossi: altrimenti si violava il riposo e si commetteva un
peccato gravissimo. Allora chiesero a Pilato di spezzare le gambe ai condannati
per accellerare la morte e portarli via subito, ma per Gesù non ce ne fu bisogno
perché era già morto. Così si avverò il detto: “Verrà colpito, ma non si lascerà
spezzare!”. Uno dei soldati solo gli colpì il fianco, e ne uscì sangue ed acqua.
Molti l’hanno visto: e possono garantire che questa è la verità. Quel giorno
infatti si avverò anche questo altro passo della Scrittura: “Guarderanno a colui
che hanno trafitto!”.

Allora Giuseppe d’Arimatea, che era un discepolo di Gesù ma in
segreto per paura dei sacerdoti, questa volta si fece CORAGGIO: e chiese a
Pilato il permesso di seppellire il corpo. Ed andò con lui anche Nicodèmo,
quello che andava a trovare Gesù sempre col buio: anche lui di nascosto. Questa
volta però i due presero il corpo di Gesù davanti a tutti: con CORAGGIO. E lo
avvolsero in bende con oli aromatici, com’era usanza. Poi lo deposero in un
sepolcro nel quale mai nessuno era stato deposto, che si trovava in un giardino
vicino al luogo in cui era stato crocifisso. Lo misero lì vicino perché ormai
era quasi il tramonto (il momento in cui secondo gli ebrei aveva inizio il nuovo
giorno): e se fossero stati scoperti in giro durante il sabato sarebbero stati
accusati di peccato gravissimo.

Così chiusero il sepolcro e tornarono a casa: profondamente
toccati dal modo in cui Gesù era morto. Davvero con grande CORAGGIO!

Devo precisare che, anche se la lettura di queste
bellenotizie aiuta a comprendere la prima parte della Messa (Liturgia della
Parola), non potrà mai sostituire la seconda parte (Liturgia eucaristica), in
cui ci viene data  la possibilità si “abbracciare” veramente il
Corpo di Cristo.
Sul sito http://www.bellanotizia.it puoi
scaricare tante altre “bellenotizie”, anche in forma di registrazione-audio e
presentazione-video, oltre a diversi miei articoli,
scritti, corrispondenze-mail ed ipotesi innovative.
Se vuoi venire a dare un’occhiata al nostro “sabato di
bellanotizia” diviso in tre momenti (che si svolge a Catanzaro) troverai alcune
informazioni su: http://www.bellanotizia.it/iniziativeacatanzaro.htm