don Luigi Maria Epicoco – Commento al Vangelo del 7 Agosto 2021 – Mt 17, 14-19

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AUTORE: don Luigi Maria Epicoco
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FONTE: Amen – La Parola che salva – ABBONATI A 12 MESI (12 NUMERI) A 34,90€


Leggi il brano del Vangelo di † Mt 17, 14-19

Quando un padre o una madre pregano per i propri figli, la preghiera si fa sempre accorata, drammatica, seria. È terribile amare qualcuno e non poter far nulla, specie quando quel qualcuno lo consideri più importante della tua stessa vita. il Vangelo di oggi ci racconta la preghiera di un padre così: 

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“Si avvicinò a Gesù un uomo che gli si gettò in ginocchio e disse: «Signore, abbi pietà di mio figlio! È epilettico e soffre molto; cade spesso nel fuoco e sovente nell’acqua. L’ho portato dai tuoi discepoli, ma non sono riusciti a guarirlo».”

La preghiera che nasce da chi ama e soffre proprio perché ama, è preghiera che credo arrivi a Dio con una dirittura prioritaria assoluta. Ecco perché quando una preghiera simile non viene esaudita, anche la fede vacilla, perché rimane incomprensibile come sia possibile rimanere indifferenti davanti a una richiesta simile. Ma il mistero della sofferenza è appunto un mistero, qualcosa cioè che non riusciamo a comprendere fino in fondo. Dio ci chiede di vincere questo mistero fidandoci, e non tirando conclusioni con ragionamenti affrettati. Il fatto del Vangelo di oggi è proprio una mancata guarigione:

“non hanno potuto guarirlo”.

Allora Gesù si fa portare quel ragazzo e lo esorcizza Egli stesso davanti a tutti. La cosa però che preme ai discepoli è perché loro non ci sono riusciti:

“Ed egli rispose loro: «Per la vostra poca fede. In verità io vi dico: se avrete fede pari a un granello di senape, direte a questo monte: “Spòstati da qui a là”, ed esso si sposterà, e nulla vi sarà impossibile». Questa razza di demòni non si scaccia se non con la preghiera e il digiuno»”.

“Per la vostra poca fede”, è una sentenza che dovrebbe farci riflettere molto. L’errore dei discepoli non è tecnico. Non hanno sbagliato rituale, o parole, o gesti, o intenzioni, ma ciò che dà valore a tutto è l’avere o non avere fede. La fede vera consiste nel credere più in Gesù che nelle nostre forze o nelle nostre capacità.

“Da quel momento il ragazzo fu guarito”.