Juan Luis Caballero – Commento al Vangelo del 2 Agosto 2021

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Il Vangelo della Messa di oggi torna a presentarci Gesù che cerca di rimanere solo per parlare a tu per tu con il Padre. Noi ci accostiamo a questa relazione, che gli evangelisti ci ricordano prima ancora di molti miracoli, con circospezione e, allo stesso tempo, con timore e tremore, perché si tratta di avvicinarsi a un abisso che non possiamo scrutare.

È Gesù stesso che ci invita a guardare. Vuole che lo vediamo pregare e che desideriamo pregare con il Padre: pregare come bambini (cfr. Mt 14, 23; Mc 1, 35; 11, 24; Lc 5, 16; 6, 12; 9, 18; 11, 1). La “solitudine” di Gesù nella preghiera ci dice anche che lì, nel Padre, c’è tutto ciò di cui abbiamo bisogno, il nutrimento che ci perfeziona.

Le persone che seguivano Gesù più da vicino erano perplesse sulla sua intimità con il Padre. I loro cuori, riempiti dal loro modo di vedere le cose, pensavano ai bisogni che consideravano più pressanti, eppure non riuscivano a capire che c’erano bisogni ancora più profondi.
Gesù andò in un luogo appartato in barca; gli altri vennero dalle città. Nostro Signore sa come “avvicinarsi” al Padre, conosce la via. Lui è la Via.

Ci mostra qual è il vero cibo e dove si trova. Gesù si avvicina a quel cibo, la Volontà del Padre, con un cuore pieno d’Amore, senza alcun egoismo. Il nostro egoismo rende i nostri desideri piccoli, ma in Cristo vengono purificati e rivelati in tutta la loro grandezza.
Il Vangelo della Messa ci mostra Gesù disposto a darci ciò di cui abbiamo bisogno, ma anche disposto a farlo servendosi di ciò che possiamo offrire agli altri, anche se pensiamo di avere poco. Qualunque cosa abbiamo, anche se sembra poco, pochi pani e pesci, sarà sempre valorizzata da Gesù stesso usando la fede e l’amore con cui condividiamo ciò che siamo e ciò che abbiamo.

Gesù benedice la nostra generosità: tempo, compagnia, vestiti, insegnamento, preghiera, una visita. Questi sono i nostri pani e i nostri pesci, che, dati per amore e con amore, sono benedetti come furono benedetti il vaso di farina e l’ampolla d’olio della vedova di Sarepta, che non si esaurirono per quanto ne fosse stato preso (1Re 17, 8-24).

Il Vangelo della Messa di oggi torna a presentarci Gesù che cerca di rimanere solo per parlare a tu per tu con il Padre. Noi ci accostiamo a questa relazione, che gli evangelisti ci ricordano prima ancora di molti miracoli, con circospezione e, allo stesso tempo, con timore e tremore, perché si tratta di avvicinarsi a un abisso che non possiamo scrutare.

È Gesù stesso che ci invita a guardare. Vuole che lo vediamo pregare e che desideriamo pregare con il Padre: pregare come bambini (cfr. Mt 14, 23; Mc 1, 35; 11, 24; Lc 5, 16; 6, 12; 9, 18; 11, 1). La “solitudine” di Gesù nella preghiera ci dice anche che lì, nel Padre, c’è tutto ciò di cui abbiamo bisogno, il nutrimento che ci perfeziona.

Le persone che seguivano Gesù più da vicino erano perplesse sulla sua intimità con il Padre. I loro cuori, riempiti dal loro modo di vedere le cose, pensavano ai bisogni che consideravano più pressanti, eppure non riuscivano a capire che c’erano bisogni ancora più profondi.
Gesù andò in un luogo appartato in barca; gli altri vennero dalle città. Nostro Signore sa come “avvicinarsi” al Padre, conosce la via. Lui è la Via.

Ci mostra qual è il vero cibo e dove si trova. Gesù si avvicina a quel cibo, la Volontà del Padre, con un cuore pieno d’Amore, senza alcun egoismo. Il nostro egoismo rende i nostri desideri piccoli, ma in Cristo vengono purificati e rivelati in tutta la loro grandezza.
Il Vangelo della Messa ci mostra Gesù disposto a darci ciò di cui abbiamo bisogno, ma anche disposto a farlo servendosi di ciò che possiamo offrire agli altri, anche se pensiamo di avere poco. Qualunque cosa abbiamo, anche se sembra poco, pochi pani e pesci, sarà sempre valorizzata da Gesù stesso usando la fede e l’amore con cui condividiamo ciò che siamo e ciò che abbiamo.

Gesù benedice la nostra generosità: tempo, compagnia, vestiti, insegnamento, preghiera, una visita. Questi sono i nostri pani e i nostri pesci, che, dati per amore e con amore, sono benedetti come furono benedetti il vaso di farina e l’ampolla d’olio della vedova di Sarepta, che non si esaurirono per quanto ne fosse stato preso (1Re 17, 8-24).

Juan Luis Caballero


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