Oggi la chiesa ricorda tra i suoi santi Ignazio di Loyola, a cui molti di noi sono legati, sia come padre fondatore e modello di vita, sia come maestro delle vie dello Spirito. Inoltre questa festa viene nellʼanno a lui dedicato, in cui ricordiamo la conversione che cambierà la sua vita e lo porterà a elaborare gli Esercizi spirituali a cui siamo tanto debitori.
Questa pagina oscura del Vangelo è un esempio luminoso di come lavorano gli spiriti (quello che viene da Dio e quello che viene dal nemico dell’uomo) dentro di noi.
Erode è un uomo fatuo, preso dalla sua vanità e dalla sensualità. Alla seduzione danzante della fanciulla risponde con la sua forma di seduzione: quella del potere (vero o presunto)! La scena è intrisa di questa dinamica negativa e distruttiva, giocata sul “possesso reciproco”: la fanciulla sottomette il re con le sue grazie e il re vuol letteralmente possedere la fanciulla!
In questo contesto come si muovono gli spiriti? Lo spirito buono non ha grande spazio di manovra! SantʼIgnazio chiama questa la situazione di chi va “di male in peggio”. Tuttavia, il Signore non smette di offrire a Erode una possibilità di redenzione. Il vangelo, infatti, ci dice che “il re si rattristò”; ecco come parla qui lo spirito buono. Dà al re lʼoccasione di rendersi conto, di fermarsi.
La tristezza qui potrebbe essere lo spunto per una nuova consapevolezza: ma cosa sto facendo? Le mie passioni mi dominano a tal punto che mi fanno fare quello che non vorrei fare, uccidere Giovanni!
Per Erode sarebbe lʼancora di salvezza. Nel linguaggio ignaziano parliamo di mozione spirituale. Un sentire profondo che può convivere con altri sentimenti anche forti, ma che, se assecondato, se scelto può portare profondi cambiamenti! Se solo Erode avesse ascoltato la sua sana tristezza! Sarebbe stato davvero “sovrano delle sue passioni” e avrebbe salvato una vita innocente!
Purtroppo non è quello che fa! Il testo lo dice con amaro sconforto: il re preferisce assecondare lo spirito cattivo: “a motivo dei commensali e del giuramento”, la vanagloria e la superbia hanno la meglio sulla sana tristezza e così Giovanni perde la testa. Che tristezza!
Buona festa di SantʼIgnazio a tutti.
Stefano Titta SJ
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Fonte: Get up and Walk – il vangelo quotidiano commentato